"Si rischia il disastro, subito aiuti sull’energia"

Fabio Petri, vicepresidente nazionale Cna e vertice di Artigiancredito: "Fissare un tetto al prezzo, incentivare rinnovabili e autoproduzione"

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Tra gli artigiani e piccoli imprenditori di Cna crescono preoccupazione e sgomento. Tutti chiedono il tetto al prezzo del gas e si appellano al Governo per interventi rapidi. Mostrano aumento di oltre il 100% sulle bollette, situazione simile a quella di moltissime aziende italiane, dal turismo al manifatturiero, dalla carta alla ceramica. Dai bar alle aziende energivore, dall’azienda tessile alla panificazione; anche a Siena le aziende sono a rischio per il caro energia. Cambiano i settori, si passa per tutte le produzioni ma c’è un solo comune denominatore: il rischio di chiusura. Tutte le imprese, ancora di più le piccole imprese artigiane chiedono misure urgenti al governo.

Molte imprese registrano ordini e vendite in calo e aumento vertiginoso dei costi di produzione. "Sono centinaia, anche a Siena le imprese che hanno visto i costi delle bollette aumentati di più del doppio: molte di loro sono costrette a lavorare a regime ridotto, e in autunno la situazione potrebbe anche essere peggiore Le attività che hanno bisogno di molta energia per funzionare stanno lavorando meno per mantenere i costi sostenibili". E’ la diagnosi di Fabio Petri, imprenditore di una fonderia a Poggibonsi, vicepresidente Nazionale di Cna e presidente di Artigiancredito e di Cna Servizi Siena, che prova sulla sua pelle gli effetti del caro energia. CNA ha lanciato per prima l’allarme sui forti rincari, puntualmente arrivati mesi dopo.

"È preoccupante ciò che sta accadendo alle imprese, in particolare alle piccole: la Cna ha avviato un’indagine tra 400 imprese artigiane di tutti i settori, quello che emerge è che le difficoltà non appartengono solo alle grandi imprese ‘energivore’, ma a tutte le aziende per cui le bollette di gas ed energia rappresentano una voce importante nei propri costi. La nostra economia sta rischiando un disastro economico ed occupazionale. Il caro energia è diventato insostenibile. Servono interventi sostanziali e immediati".

Ci sono aumenti dal 50 al 150 % ed oltre il 200% segnalate nell’indagine, il rischio chiusura è reale. "Sono percentuali troppo grandi - continua il presidente Petri - e pesano soprattutto sul mondo della piccola impresa: parliamo di centinaia di migliaia di soggetti che appartengono a categorie diverse, che operano in filiere diverse e per i quali la diminuzione dei prezzi è di vitale importanza. Sono necessarie misure molto incisive che possano calmierare i costi".

La CNA ha promosso un’iniziativa, fatta prorpia anche da alcuni parlamentari, per un sostegno all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili affinché tutte le imprese, anche le più piccole, possano dotarsi di sistemi di produzione energetica per coprire i loro fabbisogni. "Bisogna incentivare in tempi brevi l’autoproduzione energetica - sottolinea Petri -. Quindi vanno estesi alle piccole e medie imprese gli incentivi con il credito d’imposta al 50% per installare impianti fotovoltaici. Nell’immediato è fondamentale aiutare le imprese a fronteggiare gli aumenti e fissare al più presto un tetto al prezzo dell’energia. Fondamentale è raddoppiare il credito di imposta per compensare gli extra-costi energetici delle imprese. Assieme agli incentivi alle imprese che installano fonti rinnovabili sui loro capannoni e nelle aree produttive. Le rinnovabili non sono solo il futuro, ma anche il presente del nostro sistema energetico".

L’ultima proposta di Cna riguarda un fondo di finanziamento a fondo perduto per aumentare l’efficienza energetica degli insediamenti produttiv e, sviluppare le comunità energetiche, così come altre forme di autoproduzione e consumo.