Scacco ai ladri: ecco dove avevano rubato

E’ iniziata l’udienza preliminare per 9 componenti della banda. Il capo portato in Italia ma è già libero

di Laura Valdesi

SIENA

Due i capi della banda di bulgari che aveva compiuto razzie nelle aziende della nostra provincia e di mezza Italia, in particolare nel Centro nord. Un gruppo che rubava e poi riportava la merce nel paese di origine dove i carabinieri l’hanno in parte recuperata. Nove i componenti della banda arrestati. Finora però uno dei due indagati considerato personaggio di spicco perchè individuava gli obiettivi, organizzava i colpi facendo anche sopralluoghi, si trovava ancora in Bulgaria. Detenuto, naturalmente. Qualche giorno fa però era stato trasferito in Italia, è stato ascoltato dal gip Ilaria Cornetti avvalendosi della facoltà di non rispondere, assistito dall’avvocato Bianchini di Grosseto. In pratica aveva già scontato la misura cautelare all’estero per cui, mancando anche alcuni documenti dalla Bulgaria, gioco forza è stato rimesso in libertà. Ed è già tornato nel Paese di origine. Per lui niente udienza preliminare davanti al gup Jacopo Rocchi ieri mattina, dove erano chiamati a presentarsi gli altri nove finiti nei guai per le razzie. La sua posizione è stata infatti stralciata. Nessuno dei componenti della banda era presente mentre c’era uno stuolo di avvocati. L’unico ieri per le parti civili – che sono ben 24 – era Duccio Panti mentre per la difesa presenti fra gli altri gli avvocati Paolo Viviani e Stefano Marini. Ma l’udienza è stata rimandata per il legittimo impedimento di una loro collega milanese.

A sette componenti il pm Siro De Flammineis contesta l’associazione a delinquere. Ed emerge il quadro dei colpi messi a segno. Quello alla Pramac di Casole d’Elsa, per esempio, dove a fine settembre 2018 erano stati portati via gruppi elettrogeni che valevano circa 200 mila euro. E ancora. Dalla CMC Industrial di Rapolano era sparita attrezzatura: per ricomprarla servivano almeno 100mila euro. A due componenti viene contestato questo furto, nell’ottobre di due anni fa, mentre quattro devono rispondere di quello alla Imer International, sempre nel comune di Rapolano in località Sentino, da cui era sparito materiale per 200 mila euro. Nel lungo elenco di reati di cui devono rispondere, a vario titolo, c’è anche quello di ricettazione perché venivano trovati con un Fiat Iveco che era stato sequestrato e rubato alla ditta ‘Sicar’ all’inizio del 2019, danneggiando anche il cancello d’ingresso. Uno degli imputati aveva termosifoni, tubature e compressori spariti per esempio da un’altra azienda senese, la ‘Glass’: l’accusa è di ricettazione. E ancora: due bulgari individuati dai carabinieri del maggiore Alberto Pinto si erano intrufolati nel gennaio 2020 dentro l’azienda ’Progetto’ a Monteriggioni da cui avevano portato via attrezzi industriali e pallett di merci per un valore di 50mila euro.

Una banda agguerrita, dunque. Ben organizzata anche se non aveva radici nella nostra provincia dove veniva, rubava e poi fuggiva, creando allarme sociale perchè c’erano stati vari colpi in sequenza. Puntando soprattutto all’attrezzatura industriale, sia a Faenza, a Fano, nel Bresciano. Portavano via anche targhe, rotoli in pelle, ottone. Altre volte addirittura il gasolio. E cavi in rame che sono particolarmente costosi.