"Mamma è positiva ma asintomatica. Questo ci fa ben sperare"

Sarteano, la testimonianza del figlio di una 87enne ospite della casa di riposo. Un’operatrice: "Che trauma a livello psicologico"

La tenda allestita fuori dalla casa di riposo a Sarteano

La tenda allestita fuori dalla casa di riposo a Sarteano

Sarteano (Siena), 1 aprile 2020 - «Cosa si prova a livello emotivo? Solo tanta impotenza. Fermi nell’abitazione, sia io che mia sorella che vive in un comune diverso. Seguiamo l’evolversi della situazione alla casa di riposo di Sarteano grazie alle notizie che ci vengono fornite dagli operatori. Conosco bene anche la direttrice della struttura e so come lavorano. Mamma, che ha 87 anni e qualche problema di udito, ancora non l’ho sentita per un problema oggettivo di organizzazione. Hanno dovuto spostare le persone su piani diversi", racconta con lucidità P.S., figlio di una pensionata ospite dell’Onpi dove sono risultati positivi 34 tamponi su 97.

"Mamma ha il coronavirus ma è asintomatica – prosegue –, questo ci fa ben sperare. Oltretutto lei stava già assumendo per motivi diversi un farmaco di quelli che hanno carattere antinfiammatorio e che adesso vengono utilizzati per combattere il Covid. La direttrice lunedì sera mi ha rassicurato: la febbre era 36,2 e la saturazione buona. Con altri familiari degli ospiti ci sentiamo al telefono o con messaggi. Quello che vorrei dire, in questo momento delicato, è che serve tutto tranne fare polemiche inutili. In Italia siamo così: prima allenatori di pallone, adesso virologi. Ciò che serve è andare avanti cercando di dare, ciascuno nel proprio ruolo, il meglio per uscire da questa situazione". Il figlio della pensionata, aggiunge poi che non potendo telefonare in continuazione agli addetti si sta approntando un sistema alternativo ed efficace di comunicazione con le famiglie che ormai dal 5 marzo non potevano entrare all’Onpi.

«Ero a lavoro fino a venerdì, poi avevo dei giorni di riposo. Adesso sono in malattia a casa, che tra l’altro si trova poco distante dalla struttura dove lavoro dal 1994. Penso ai colleghi che sono lì dentro in attività, alcune potrebbero essere mie figlie", racconta Antonella Selvani. Il tampone a cui è stata sottoposta è risultato negativo, dovrà comunque essere ripetuto. "A livello psicologico quello che ci è accaduto è un trauma come quando accade un terremoto. Sono molto provata – prosegue l’operatrice –; vedere anche i sanitari arrivare con i dispositivi di protezione a fare il tampone. Non lo dimenticherò. Peraltro sono una persona coraggiosa, in lunghi anni di lavoro ne ho viste tante. Però quanto avvenuto mi ha scosso".

La donna prosegue spiegando che la sua vita "era casa-lavoro e ritorno. La struttura è un gioiello, nessuna retorica. Ci sono persone con noi da venti anni, abbiamo avuto anche ultracentenari. Mettiamo loro la musica, facciamo animazione, d’estate annaffiano i fiori del giardino. Una seconda famiglia. Non ci posso ancora credere. Li abbiamo tenuti nell’ovatta, mettendoli distanti gli uni dagli altri, disinfettando in continuazione. Indossavo i guanti e poi disinfettavo anche quelli, quasi che non bastasse". Su Facebook, commentando le comunicazioni del sindaco, aveva scritto tra l’altro: "Sono sconvolta dalla tragedia successo nel mio posto di lavoro che è la mia seconda casa. In preda al senso di impotenza per non essere lì in aiuto ai miei colleghi che amo e stimo. Mi raccomando state vicino a tutti noi".