
Sant’Agostino, affreschi in ‘attesa’
Dalla monumentale secolare chiesa-convento di Sant’Agostino a San Gimignano si alza di nuovo la voce dagli affreschi di Benozzo Gozzoli rimasti "chiusi" dietro la pala d’altare del Pollaiolo del coro da dicembre 2019. In lunga attesa di essere guariti e salvati. Quelle storie del primo dottore della Chiesa con Santa Caterina aspettano a braccia aperte il promesso restauro, dopo l’intervento da "pronto soccorso" delle lesioni che avevano fatto gridare il triste lamento De Profundis messe in sicurezza dal restauratore Daniele Rossi. Con i lavori oramai completati nel consolidamento delle fondazioni esterne del monumentale edificio con palificazioni in acciaio e siringhe di cemento armato dietro il coro affrescato. Dopo i ‘cerotti’ del restauratore Daniele Rossi "tutto è rimasto silenzioso con qualche isolato sopralluogo dei funzionari della Soprintendenza",ricordano dal convento, con il coro ancora chiuso e le vele di Benozzo Gozzoli con i quattro Evangelisti rimasti in precaria conservazione. Come del resto, dicono ancora i frati, è rimasto silenzioso e puntellato il secolare tetto del chiostro superiore del Convento dove nelle celle di "clausura" vive la comunità internazionale agostiniana guidata dal priore peruviano padre Delfio con altri tre fratelli. Nella conferenza stampa del 2019 l’ex Soprintendente Andrea Pessina dichiarò finanziamenti di 200.000 euro e altri 500.000 euro che sarebbero arrivati per rifare il tetto dell’abside e le cappelle laterali con un progetto esecutivo dell’ingegner Bruttini, per la parte strutturale, e da Daniele Rossi per gli affreschi delle volte. Tutto però è rimasto in sospeso con l’abside chiusa per riprendere, prima possibile, i delicati restauri.
Romano Francardelli