REDAZIONE SIENA

Sabin e Siena, storia straordinaria raccontata dal suo allievo Rappuoli

"Albert Sabin arriva dagli Stati Uniti a Siena circa 60 anni fa. Quella di Sabin per l’Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano Sclavo fu una scelta ponderata e accurata, scaturita da un’ampia analisi del mondo manifatturiero specialistico del tempo. Quando Sabin arrivò a Siena non sapeva che avrebbe trovato anche una nuova famiglia e forse anche la pace che la lotta che stava conducendo per ottenere il vaccino anti-polio non gli aveva concesso". E’ un brano dell’articolo firmato da Rino Rappuoli e Aldo Tagliabue per ’Siam delle Fonti’, il periodico della Contrada dell’Oca diretto da Enrico Toti, rimbalzato anche sull’Huffington Post. Un ricordo di Albert Sabin e del suo straordinario rapporto con Siena e la Contrada, firmato da chi come scienziato è cresciuto sotto la sua egida. "Sabin portava la sua conoscenza - continua l’articolo - per la produzione del vaccino vivo attenuato orale, senza chiedere brevetti per lo sfruttamento industriale. Lo Sclavo mise a disposizione tecnici e maestranze quasi esclusivamente senesi... Sabin trovò nel popolo senese qualcosa di molto diverso... Mentre allo Sclavo proseguivano le attività per ottenere il vaccino, Sabin imparò cosa significava la cultura del Palio. A quel tempo lo Sclavo era diretto da una persona capace e determinata, Antonio Cinotti. Fu proprio l’amministratore a mostrare a Albert la vita di contrada. Non sorprende che, essendo Cinotti Capitano dell’Oca, Sabin divenne contradaiolo dell’Oca. Grazie all’ottimo lavoro dello Sclavo nel 1964 il vaccino entrò nella fase di approvazione. Nel 1966 il vaccino fu approvato in Italia e dallo stabilimento di Siena fu distribuito in tutta Europa".