MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Rubacuori, il "fantino guascone"

Il 26 maggio del 2013 ci lasciava Gino Calabrò in arte paliesca Rubacuori. Quest’anno lo ricordiamo anche per un’altra data:...

Il 26 maggio del 2013 ci lasciava Gino Calabrò in arte paliesca Rubacuori. Quest’anno lo ricordiamo anche per un’altra data:...

Il 26 maggio del 2013 ci lasciava Gino Calabrò in arte paliesca Rubacuori. Quest’anno lo ricordiamo anche per un’altra data:...

Il 26 maggio del 2013 ci lasciava Gino Calabrò in arte paliesca Rubacuori. Quest’anno lo ricordiamo anche per un’altra data: il 20 agosto 1945, esattamente ottanta anni fa, si correva il leggendario Palio della Pace che lui, fantino-studente prestato al Palio del dopoguerra, vinse nel Drago a dispetto di gran parte della Piazza. E questo è il primo segno distintivo di una carriera che è quasi oggi una favola da raccontare ai più giovani. È la bellezza della memoria che ovviamente tiene ad un evento storico ben preciso e ben descritto, ma che poi si ammanta di altre vicende che sfiorano davvero l’incredibile, soprattutto alla luce della realtà di oggi. Il fatto cruento di un Palio strappato, oggi semplicemente impensabile, va comunque inquadrato e compreso in un lacerante dopoguerra, fatto di miserie, di lutti e di voglia di riscatto. Questo ovviamente non giustifica ma perlomeno ci offre un quadro esauriente di come si svolsero veramente i fatti e soprattutto ci offre il senso di una reazione incontrollata.

"Un fantino guascone – così ce lo descrive lo storico Luca Luchini – ben diverso dagli ’assassini della Piazza’ che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni del ‘900 o dai professionisti che attualmente calcano il tufo. Calabrò, persona colta e di buone possibilità economiche, era spinto dalla voglia di avventura, dal desiderio di potersi cimentare con chi riusciva ad accendere le fantasie del popolo. Voleva essere ammirato e considerato da una città che gli era entrata nel cuore e che non avrebbe mai dimenticato, neppure nel suo girovagare per il mondo alla conquista di ben altri successi. E l’amore per Siena l’ha dimostrato quando, giunto al suo ultimo giro, è voluto tornare con il dichiarato intento di chiudere qui il suo Palio terreno".

Massimo Biliorsi