
Sei i video della caduta ricostruiti grazie a un manichino virtuale antropomorfo nella maxi-perizia ma solo due quelli mostrati dal colonnello Sergio Schiavone dei Ris di Roma. Che conferma la tesi del suicidio di David Rossi (vedi articolo nel fascicolo nazionale), raccontando quel "moto di precipitazione del corpo a candela". La dinamica più compatibile è infatti quella "riferibile a un gesto anticonservativo in cui Rossi, cosciente, si tiene penzoloni fuori dalla finestra, aggrappato alla barra di protezione con entrambe le mani e la punta dei piedi e le ginocchia poggiate verso il muro. Ed infine si lascia cadere nel vuoto, rivolgendo la parte anteriore del corpo verso il palazzo". Estrema difficoltà "uno o più individui avrebbero avuto nel tenere sospeso un corpo umano di 70 chili fuori dalla finestra, tenendolo per i polsi o per la zona sotto-ascellare. L’ingombro fisico del condizionatore e il davanzale basso non danno punti a cui appigliarsi con il rischio di precipitare insieme alla vittima", osserva Schiavone. Che non è riuscito a dare un volto alla persona che si affaccia nel vicolo del Monte Pio ed esce rapidamente, impossibile anche definire se il manager avesse l’orologio al momento della caduta. Non sarebbe stato lanciato dopo il volo da oltre 14 metri (dunque dal terzo piano): il luccichio nel filmato è una goccia di pioggia. Fra i quesiti posti ai Ris alcuni riguardavano gli oggetti trovati spostati nell’ufficio di Rossi tra il video del sovrintendente Marini, a caldo, e quello della scientifica. Non si è riusciti ad individuare il famoso libro d’arte ’Toscana ed oriente’ oggetto di varie valutazioni.
Ad introdurre un ’giallo’ è il comandante del reparto tecnologie informatiche del Racis Massimo Giannetti. "Tra tutti i computer ce n’è uno, che definiremo aziendale, che Mps avrebbe messo a disposizione di Rossi – spiega – ed era stato sequestrato a suo tempo. Sono state trovate qui foto cancellate, alcune a sfondo sessuale. Immagini di nudo; preciso che su alcune sono state svolte verifiche e nessuna riporta a Rossi. Alcune sono state scattate con un Nokia 6630 nel 2006, forse in Thailandia. Ritraggono una donna, spesso nuda con caratteri asiatici". Giannetti aggiunge: "Su queste foto andranno svolti accertamenti per capire se sono veramente riconducibili a Rossi; in tutti i file che ci è stato chiesto di esaminare non ci sono email, contatti ed esplorazioni che portano al manager". Quanto alla famosa mail di Rossi con scritto ‘Help’ il Racis dice che "non ha nulla di strano perché è stata scritta e spedita prima della morte". Il presidente Zanettin ricorda, poi, quando si parla dell’analisi dei tabulati telefonici delle celle fatta dai Ros, "che sono stati esclusi contatti tra Rossi e l’avvocato calabrese Giancarlo Pittelli, con William Renan Villanova Correa e anche con la prostituta uccisa da quest’ultimo, Lucelly Molina Camargo. Assenti i contatti anche con Matteo Bonaccorsi". Non chiarita invece una chiamata Voip di Rossi che dura 347 secondi, all’estero, allo 01891. "Lo 01 sono gli Stati Uniti – spiega il colonnello Rubino Tomassetti dei Ros –, però l’891 non è attribuito ad alcun stato americano". Si ipotizza l’uso di una numerazione virtuale fittizia su piattaforma per chiamate voip.
Il collegio di medicina legale esclude che il manager sia stato narcotizzato prima di volare dalla finestra, lo prova la tac svolta nel 2016. Nessuna sostanza assunta da Rossi. Il giallo sono le nove lesioni non compatibili con il meccanismo della caduta. "Si tratta – spiega il pool – di ferite allo zigomo sinistro, alla fronte per esempio e al labbro. A nostro avviso, per il mancato sanguinamento, sono retrodatabili e pur non avendo la possibilità di analizzarle al microscopio, si può dire che non vanno oltre le 12-24 ore precedenti la caduta (chi l’ha visto intorno alle 18 del 6 marzo ha riferito che non presentava segni, ndr). Possiamo escludere che siano autoinferte magari accidentali". Il collegio, di cui fa parte anche Vittorio Fineschi che ha seguito il caso Cucchi, ha chiarito che le lesioni al fegato "sono compatibili con la caduta" mentre quella con ecchimosi al polso sinistro "non possiamo escludere che sia dovuta all’urto del braccio a terra quando assume la posizione di quiete. Ma in termini scientifici non si può escludere che una compressione violenta con un movimento di afferramento e rotazione possa aver dato lo stesso tipo di impronta".
Laura Valdesi