Quando la storia ritrova la luce del suo passato attraverso grandi operazioni di recupero che oggi più che mai vengono eseguite con arte e maestria riemerge la vita di un’intera comunità in tutti i suoi aspetti. A Piancastagnaio si è lavorato per rendere le millenarie pietre dell’antica Rocca Aldobrandesca più belle e significative attraverso un certosino lavoro di restyling iniziato mercoledì scorso e che si è concluso domenica mattina con un ulteriore intervento che ha visto la chiusura per alcune ore del traffico in piazza Dante. La Rocca Aldobrandesca è il monumento simbolo della comunità di Piancastagnaio. La sua realizzazione nel 1200, era un punto di guarnigione militare e di osservazione. Un castello all’ interno del paese che ha avuto nel corso dei secoli vicende alterne e particolari come ad esempio la sua vendita negli anni Sessanta ad un ricco armatore di Genova che ne fece un museo privato e il suo ritorno alla comunità pianese negli anni dopo una trattativa tra l’ amministrazione comunale e gli eredi dell’ armatore Gino Pietro Bigazzi.
La Rocca Aldobrandesca è poi divenuta un contenitore di iniziative culturali e artistiche con l’allestimento di mostre nazionali, concerti ed anche cerimonie private come matrimoni e convegni. Accanto alla Rocca è stata realizzata un’area con un’ aiuola verde che fa da rotatoria spartitraffico al centro del quale è stata posta una grande scultura marmorea dell’ artista senese Paolo Borghi. Guido Buoni socio assieme ai fratelli e al padre della storica azienda Ecospurghi Amiata di Piancastagnaio ha eseguito non senza emozione il lavoro di ripulitura della facciata nord della Rocca: "Un lavoro emozionante – dice - fatto con cura e delicatezza proprio perché sapevamo che stavamo andando ad operare un pezzo della nostra storia locale. E poi l’altezza particolare, 62 metri per una parte dei torrioni e 33 metri per l’altra torre non è stata certo uno scherzo. Un lavoro però che ci ha permesso di vedere con i nostri occhi la composizione di stucchi, calce, malte che ci hanno dato la possibilità di poter agire nella pulizia e l’eliminazione di muschi, licheni, muffe che si sono depositate nelle pietre trachitiche offuscandone la primitiva bellezza. Il tutto eseguito con l’uso di una idropulitrice molto potente ed efficace. Credo però che ne è valsa la pena soprattutto per aver ridato splendore a questo monumento così significativo" .
Giuseppe Serafini