Roberta Ferri, la terrazza sul Campo. Lezioni di stile in decenni complessi

Una foto una storia Ha gestito l’ufficio stampa del Comune, abile diplomatica nei giorni del Palio

Roberta Ferri, la terrazza sul Campo. Lezioni di stile in decenni complessi

Roberta Ferri, la terrazza sul Campo. Lezioni di stile in decenni complessi

Mi sono sempre immaginato il percorso lavorativo di un responsabile dell’Ufficio Stampa di una istituzione come il Comune di Siena: una sorta di camminata in equilibrio fra maggioranza ed opposizione, se parliamo di comunicazioni ufficiali, un difficile quanto quotidiano esercizio di ascolto, pur nell’evidente azione di informare il cittadino. In più, qui ci dobbiamo mettere il sapersi districare fra questione di Contrada, Palio, salvaguardia cavalli e altre delicate questioni. Ci voleva la pazienza e lo stile di Roberta Ferri che per anni ha saputo e voluto vivere in questa sorta di percorso ad ostacoli, sempre superati con grande attenzione, portandosi alla fine del percorso lavorativo, in altre parole, meritandosi la serena pensione.

Roberta Ferri è stata per anni l’immagine più coerente, ma anche sicura per tutti i colleghi, dell’informazione comunale. Lavoro che per un poco paziente e discontinuo come il sottoscritto, rappresentava non solo una certezza di fonte autorevole, ma anche un esempio ben poco raggiungibile. E’ stata la prima vera professionista nel pubblico della nostra città. Prima gli esempi ovviamente non ci sono e sul dopo i meccanismi sono già diversi, e non è possibile fare inutili confronti. Si è dovuta inventare regole e paragoni, che se sul pubblico si poteva avere esempi esterni, sul Palio era tutto da stabilire, con mille colleghi all’anno che chiedevano informazioni, dalle più banali a quelle paradossali, a cui Roberta doveva pur dare una risposta. Dico la verità: mi sarebbe stato pensiero già la gestione della terrazza stampa il giorno del Palio, e qualcuno meritava altro che un posto per vedere la corsa ma lei ha saputo sempre offrire la risposta giusta con assoluta fermezza ma anche con una pazienza da far invidia.

Con l’aria falsamente burbera che poi trascendeva con assoluta dolcezza quando c’era da farti i complimenti per un articolo che aveva letto. E i complimenti suoi non sono mai stati di maniera, quindi preziosi, di quelli che fanno veramente piacere. Si potrebbe sciogliere il curriculum di professionista, ma voglio solo ricordare la sua presenza come tutore informativo per i laureandi e laureati in Scienze della Comunicazione, tanto per citare altri momenti meno rituali del suo percorso lavorativo. Certo, adesso il percorso è segnato: è giusto concludere dicendo che i dilettanti sono molto bravi a giocare quando tutto è sereno, ma solo i professionisti vincono nella tempesta.

Massimo Biliorsi