PINO DI BLASIO
Cronaca

Ricorsi dei 300 ’no Vax’, ecco cosa rischiano

Il direttore generale dell’Asl sud est, Antonio D’Urso: "Su 12mila operatori legati all’azienda il numero degli obiettori è minimo"

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di Pino Di Blasio

Il direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso è tutt’altro che stupito del numero di 250-300 operatori sanitari afferenti all’azienda che hanno fatto ricorso al Tar contro le disposizioni relative all’obbligo di vaccinazione. "Su 12mila operatori totali dell’Asl Sud est, dipendenti diretti e medici, infermieri e operatori che lavorano in case di riposo e in altre strutture - è la replica del dg - mi sembra una cifra irrisoria. Altrove sono più alti i ricorsi e le obiezioni alla vaccinazione".

Gli infermieri e medici che hanno fatto ricorso rischiano la sospensione?

"E’ una questione che va spiegata in tutti i suoi passaggi. Il ricorso al Tar è contro la prima comunicazione del dipartimento di prevenzione dell’Asl, con la quale si chiedeva conto agli operatori sanitari delle ragioni per cui non si erano vaccinati".

Si ricorre al Tar non contro le leggi (per questo c’è la Corte Costituzionale), ma contro provvedimenti amministrativi

"Le sospensioni dal servizio non ci sono ancora. Mentre la legge sull’obbligo vaccinale degli operatori sanitari è in vigore da mesi. Il dipartimento dell’Asl ha inviato a tutti i dipendenti e operatori, una pec nella quale chiedeva i motivi della mancata vaccinazione. Qualcuno ha risposto adducendo ragioni di salute, allergie, patologie particolari, chiarendo la posizione. Chi non ha risposto o ha detto ’non mi vaccino’, ha ricevuto una seconda comunicazione nella quale si ricordano gli obblighi di legge e si fissa un termine entro il quale fare il vaccino".

Tra queste due lettere c’è stato il ricorso..

"E’ così. I circa 300 operatori sanitari ricorrenti puntano a bloccare l’iter. Perché, una volta che il dipartimento di prevenzione concluderà l’istruttoria alla scadenza dei termini, comunicherà al datore di lavoro, sia Asl che case di riposo, sia Policlinico che cliniche private e farmacie, i nomi degli operatori no Vax. E farà la stessa cosa con gli ordini professionali. Ma qui c’è il primo inghippo".

E sarebbe?

"Non tutti gli operatori hanno un ordine professionale. Dottori, farmacisti e infermieri sì, operatori sanitari no. E anche le reazioni degli ordini variano a seconda delle categorie e delle province. Per alcuni basta la sospensione decisa dal presidente, altri devono riunire i consigli direttivi. Perché gli ordini sono obbligati a prendere atto del rifiuto di vaccinarsi, e quindi della violazione di legge, e a sospendere dall’albo gli obiettori".

E l’Asl, il Policlinico e i datori di lavoro cosa fanno?

"Quando arriva la comunicazione le aziende sanitarie possono sospendere l’operatore, dopo aver valutato la compatibilità di cambiare le mansioni per evitare contatti. Se non è ricollocabile, scatta la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Che scatta anche dopo la sospensione degli ordini professionali".

E’ la strada che seguirà l’Asl sud est?

"Noi tenteremo di utilizzare ogni sistema per sensibilizzare i professionisti che hanno manifestato resistenze alla vaccinazione. Ma esaurita questa strada e le possibilità di ricollocamento, applicheremo la normativa alla lettera".

Lei è favorevole alla vaccinazione obbligatoria per tutti?

"Sono favorevole all’obbligo vaccinale, ma starei molto attento a individuare le persone che non possono vaccinarsi per motivi di salute. Sono quelle che devono essere tutelate di più. Cercherei anche di coinvolgere i resistenti al vaccino. Ma se il tentativo fallisce, l’unica strada è l’obbligo".