Quindi uscimmo a riveder le stelle nel 2021

Pino

Di Blasio

Per ora è solo un auspicio, una speranza, quella di uscire a riveder le stelle, dopo essere passati dall’inferno della pandemia. Mentre gli scienziati mettono in guardia sulla terza ondata, suonano campanelli d’allarme sull’alto numero dei contagi, sul record italiano dei decessi e su un indice Rt sull’ottovolante, anche perché viene calcolato ogni giorno, in troppi vorrebbero eliminare ogni divieto e attenuare ogni regola. Anche a costo di passare per Cassandre, il punto più alto dei profeti di sventura perché inascoltata, meglio stare dalla parte di chi invoca cautela. Il Coronavirus è subdolo, non lo conosciamo ancora in tutte le sue forme, le varianti inglese e sudafricana sono solo le prime a essere state isolate. E se anche il team del Mad Lab, con Vismederi, Rappuoli e due ricercatori americani, pubblica uno studio nel quale avverte che la ricerca deve continuare, che bisogna restare sempre un passo avanti al virus, allora è meglio aver paura che buscarne. Abbiamo passato un San Silvestro senza stelle e fuochi artificiali, stappato lo spumante alle 10, in contemporanea con chi lo faceva a Istanbul a mezzanotte, passiamo ancora qualche settimana con mascherine e distanziati. Altri vaccini arriveranno, assieme agli anticorpi e ai farmaci anti Covid, con la bella stagione il caldo avrà i suoi benefici effetti, come sei mesi fa. Più che algoritmi addomesticabili, guardiamo il numero dei morti per Covid in Italia. Abbiamo un primato triste in Europa, l’anzianità della popolazione italiana non spiega tutte queste vittime. Ci sono anche colpe nostre, non c’è bisogno di cercarle ma di capire che su può far sempre meglio. Solo dopo aver passato la ghiaccia del Cocito, il posto dove sono puniti i traditori dei benefattori, Dante e Virgilio sono usciti a riveder le stelle.