Prima pietra dell’ospedale a Siena Aperto il cantiere al San Niccolò

Il presidente Giani e l’assessore Bezzini con il dg dell’Asl D’Urso e i vertici dell’azienda sanitaria. Sopralluogo nei padiglioni Chiarugi e Kraepelin. Intervento da 9 milioni, il primo con i fondi Pnrr

Parte a Siena il primo progetto finanziato con fondi Pnrr in Toscana e parte grazie all’Asl Toscana Sud Est, che investirà 9,1 milioni di euro per restituire alla città parte di un complesso monumentale, il San Niccolò, sotto forma di strutture e servizi sanitari indispensabili, come il Centro di salute mentale e l’Ospedale di comunità.

Una doppia vittoria dunque in quel cantiere scattato a ridosso di Porta Romana, all’interno del complesso dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò: ieri il sopralluogo per dare il via ai lavori di ristrutturazione dei padiglioni Kraepelin e Chiarugi da parte della direzione Asl al completo, con il presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessore alla salute Simone Bezzini, il presidente della Provincia David Bussagli, il presidente della Società della Salute Giuseppe Gugliotti, l’assessore Francesca Appolloni per il Comune di Siena e i vertici dell’Università, il rettore in carica Francesco Frati e il neoeletto Roberto Di Pietra, che con l’Asl condividono la gestione e l’utilizzo del San Niccolò.

"Quando sono arrivato a Siena il più dei finanziamenti regionali erano per il policlinico, ma esiste anche il territorio", inizia il dg dell’Asl Antonio D’Urso. "Qui oggi investiremo 9 milioni di euro - prosegue –, di fondi regionali e del Pnrr, con il primo progetto che passa dalla carta al cantiere. Durante la pandemia il territorio ha posto attenzione sulla necessità di cure intermedie e questa è la nostra risposta".

Il grande investimento donerà alla città e al Distretto sanitario Senese due storici padiglioni riconvertiti a strutture assistenziali sanitarie: il Kraepelin, al momento inutilizzato, e primo ad andare in cantiere, ospiterà a fine lavori il Centro di Salute mentale e, forse, anche l’Adi, Assistenza domiciliare integrata; il padiglione Chiarugi, dove oggi operano ancora, in una piccola parte, l’Adi e la centrale operativa 118, è destinato ad ospitare l’Ospedale di comunità (30 posti letto di cure intermedie) e l’hospice (10 posti letto), attualmente dislocati presso Asp Città di Siena (Campansi).

Sono complessivamente 9,1 milioni di euro di riqualificazione: lavori per 6,6 milioni di euro, provenienti dall’articolo 20 Ministeriale attraverso la Regione, erano già stati sottoposti a gara e cantierizzati; a questi si sono aggiunti strada facendo circa2,5 milioni di euro ’carpiti’ dal Pnrr e destinati alla realizzazione dell’ospedale di comunità. Proprio l’impiego di fondi Pnrr detta ora i tempi dell’impresa: i lavori dovranno infatti essere completati in 4 anni, entro il giugno 2025. "Questa è la prima opera, un ospedale di comunità, avviata con 2,5 dei 453 milioni di fondi Pnrr in arrivo in Toscana, oltre a risorse proprie della Regione – conferma il governatore toscano Eugenio Giani – e si farà negli spazi della psichiatria: Chiarugi è stato colui che nell’Ottocento avviò la separazione dei malati di mente dagli altri pazienti dell’ospedale, andando così a identificare la psichiatria come specialistica".

"Si tratta di un lavoro complesso e delicato - spiega l’architetto Giuseppe Cacozza, direttore dei lavori -, che cercheremo di ultimare in meno di 4 anni: prima dobbiamo recuperare il padiglione Kraepelin, per poterci trasferire l’Adi e il Centro di salute mentale; poi andremo al Chiarugi, nel frattempo liberato da questi servizi. Il sito è sottoposto a vincoli architttonici, archeologici, paesaggistici, con pericolosità sismica: l’intervento sarà conservativo nella parte esterna e riqualificante in quella interna. La struttura si presta ad ospitare servizi assistenziali: nel Trecento era un convento di suore, nel 1814 un decreto napoleonico disattivò le strutture conventuali e iniziò la fase psichiatrica, andata avanti fino alla legge che ha chiuso gli ospedali psichiatrici. Dopodiché è diventato patrimonio dell’Asl, che ora lo recupera, andando a rispondere ad una necessità del territorio".

La mancanza nel Senese di un ospedale di comunità è sottolineata dall’assessore regionale Simone Bezzini: "Con questi lavori Siena si proietterà nel futuro dell’assistenza territoriale, facendo un passo avanti nella qualità dei servizi offerti. Ma da queste riqualificazioni prende il via anche una vera e propria rigenerazione urbana".

Paola Tomassoni