Prima 3.500 esodi poi 1.750 assunti Firmato l’accordo Mps-sindacati

Trattativa fino alle 2 di notte, i dettagli nella nota prima del cda. Un nuovo ingresso ogni due uscite. Coita, capo delle Risorse Umane: "Avanti con il piano industriale". Un massiccio ricambio generazionale

di Pino Di Blasio

Un passaggio epocale per una banca che ha 550 anni di storia ha bisogno anche di un tocco narrativo. Perché il Monte dei Paschi è la prima banca italiana ad aver approvato un accordo per 3.500 uscite volontarie in tre mesi, un esodo massiccio, del 20% del totale dei dipendenti. Che sarà bilanciato da un’assunzione ogni due prepensionamenti: quindi da 1.750 giovani che entreranno in banca nei prossimi quattro anni.

La trattativa tra coordinamenti sindacali del gruppo Mps e i vertici della Banca, con Roberto Coita, capo delle risorse umane, a fare da frontman al tavolo, è durata fino alle due di notte. Poi ieri mattina i dettagli per inviare il comunicato ufficiale. Tutte le condizioni previste alla vigilia hanno trovato posto nel documento. Con sottolineata in neretto, la clausola del ’ricambio generazionale’, con una nuova assunzione ogni due uscite, nell’arco di piano. L’adesione volontaria al Fondo di solidarietà va presentata entro e non oltre il 28 settembre, può aderire anche chi andrebbe in pensione tra sette anni, il 1° dicembre 2029. Per dipendenti e quadri con uno stipendio netto mensile fino a 2.850 euro, è garantita l’integrazione dell’assegno straordinario nella misura dell’85%. Chi ha una retribuzione superiore a 2.850 euro avrà garantito un assegno nella misura dell’80%.

Confermate tutte le condizioni chieste dai sindacati: i prepensionati manterranno le agevolazioni creditizie e previdenziali, il rimborso delle spese mediche, le condizioni favorevoli su mutui e prestiti. Nel caso di morte negli anni di adesione al Fondo, la banca assumerà per chiamata diretta il coniuge o il figlio del dipendente deceduto. Una serie di paracadute che attutiranno gli effetti di un esodo così massiccio. Saranno i manager della Banca, a partire da Lovaglio, a ridisegnare il perimetro del gruppo Mps.

"L’accordo conferma l’importanza del confronto con le organizzazioni sindacali per l’implementazione delle linee guida del Piano Industriale, che prevede la semplificazione degli assetti del Gruppo in un’ottica di sviluppo e crescita - ha dichiarato Roberto Coita -. L’intesa raggiunta ci permette di avviare un percorso condiviso per cogliere, anche attraverso la ripresa della contrattazione aziendale e nel rispetto degli obiettivi industriali, le opportunità di valorizzazione delle persone del nostro Gruppo, mantenendo l’attenzione sullo sviluppo del welfare interno, la formazione e i livelli occupazionali".

I sindacati commentano la firma con un coro di dichiarazioni positive. Federico Di Marcello e Stefano Carli, Fisac Cgil, hanno parlato per primi: "Abbiamo chiuso un buon accordo dal punto di vista economico e delle garanzie per i colleghi che sceglieranno volontariamente di aderire al Fondo. E’ stata riservata un’attenzione particolare alle lavoratrici e ai lavoratori con redditi più bassi. Siamo soddisfatti per essere riusciti a raggiungere un giusto equilibrio tra sostenibilità sociale e i limiti dettati dal difficile contesto economico". Franco Casini, segretario nazionale Fabi: "A fronte delle uscite, tutte su base volontaria, abbiamo ottenuto, in un contesto non semplice, un grande risultato: sono state gettate le basi, infatti, per un ricambio generazionale, che porterà la banca ad assumere giovani. Auspichiamo che l’azionista e la banca confermino la volontà di preservare l’autonomia di Mps e di salvaguardarne il marchio". Soddisfazione espressa anche Luca Faietti, segretario nazionale Uilca, e da Fabio Brunamonti, First Cisl Mps.