Storie di maltrattamenti in famiglia, ancora condanne. Due anni e 5 mesi, più 10 mila euro di risarcimento, la pena per un uomo che era stato denunciato dalla ex compagna che all’inizio aveva negato le botte, quando si era recata in ospedale. Una volta in sicurezza in una casa di accoglienza, difesa dall’avvocato Monica Fara, ha svelato tutto il dolore e la sua odissea, comprese costole rotte e timpano perforato. Il pm aveva chiesto la condanna 3 anni e 2 mesi.
Davvero toccante la vicenda che si è consumata in un paese della cintura periferica di Siena. Qui, dal 2012 al marzo 2017, l’imputato aveva reso la vita impossibile non solo alla convivente ma anche alla figlia minorenne che era molto preoccupata, a sua volta, per i fratelli più piccoli. Era stata lei, raccontando il suo profondo disagio a scuola, a pronunciare la parola fine su una vita che non era tale, perché fatta di urla, minacce e botte sulla testa, ergendosi a difesa della famiglia, aiutata dall’avvocato Filomena D’Amora. Era in aula ieri quando il giudice Pollini ha condannato il padre, 42 anni, difeso dall’avvocato Marco Debernardi, a 2 anni e 2 mesi, sospendendo la responsabilità genitoriale e disponendo un risarcimento di 5 mila euro. Trasmessi però gli atti alla procura affinché verifichi se ci sono vizi di reato nella deposizione della madre della ragazzina, anch’essa parte offesa: avrebbe ritrattato in udienza ritirando la querela.
La.Valde.