Piancastagnaio, c'è l'arbitrato per Floramiata. Si va dal notaio

Si svolgerà il 23. Grande attesa per l'esito da parte di istituzioni e dipendenti

Floriamata

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Piancastagnaio, 15 novembre 2020 - A quasi quattro mesi dalla frattura tra gli azionisti della Floramiata di Piancastagnaio arriva l’arbitrato. Il prossimo 23 novembre il notaio Andrea Caiati di Montepulciano, nominato per dirimere il contenzioso tra le diverse anime della società, ha convocato le parti. Il ricorso, presentato dalla Tesi Group, poggia su quanto deliberato nell’assemblea degli azionisti dello scorso 28 luglio. Che ha, in pratica, deliberato un radicale cambio nel management che gestisce l’azienda florovivaistica. Al posto dell’amministratore delegato, Marco Cappellini, sono stati designati quattro dirigenti apicali per i diversi settori dell’azienda. Una trasformazione che, secondo i motivi contenuti nel ricorso, non trova alcun riscontro nello statuto di Floramiata e, quindi, illegittima. Un piccolo terremoto all’interno di questa azienda, risorta dalle ceneri di un fallimento. Dopo un triennio che ha fatto registrare ottimi risultati legati al processo di rilancio e stabilizzazione. In pratica alle serre di Casa del Corto la forza lavoro è tornata quella dei tempi migliori (oltre cento dipendenti diretti), la richiesta commerciale è riuscita a superare anche il primo, tremendo, periodo della pandemia. Nell’assemblea dei soci c’è stato, stando a quello che si è saputo, un «fulmine a ciel sereno». Gli azionisti, in tutto cinque, si sono divisi. Dando vita ad una maggioranza che ha cancellato i precedenti patti para sociali sottoscritti al momento della costituzione della nuova compagine societaria. In pratica la gestione era stata attribuita a due soci: la Tesi Group e la Basile. Dalla fine di luglio è cambiata la maggioranza, la Tesi Group, che esprimeva l’amministratore delegato, non ha condiviso i nuovi indirizzi. Ritenendoli «illegittimi» proprio perché in contrasto con lo statuto. Come andrà a finire? Difficile dirlo. Le ipotesi sono diverse. Intanto l’arbitro sente le parti, prende visione delle posizioni e, in caso che il mancato accordo permanga deciderà. Non è, però, neppure escluso che i soci si presentino con un’intesa. Che, ovviamente, porterebbe ad una nuova assemblea degli azionisti per ratificare i nuovi patti parasociali. C’è, come ipotesi, la richiesta formulata dalla Tesi Group di rilevare l’intero capitale sociale. Non facile perché su queste serre, dalle grandi potenzialità, c’è interesse imprenditoriale. Una decisione, quella che sta per arrivare, attesa nella zona, dai rappresentanti delle istituzioni e da quelli sindacali con apprensione. Per le ovvie ragioni legate agli aspetti occupazionali ed economici dell’Amiata.