Pap test, lunghe attese. "Manca personale"

Alcune pazienti che si sono sottoposte allo screening segnalano tempi dilatati per i referti. Il policlinico spiega e chiede "scusa per i disagi"

Pazienti preoccupate per l’allungarsi dei tempi di consegna dei referti del pap-test

Pazienti preoccupate per l’allungarsi dei tempi di consegna dei referti del pap-test

Siena, 25 gennaio 2020 -  Un giorno sembra un mese, quando sai di aver avuto un cancro. E aspetti di conoscere l’esito dell’ultimo screening. Quello per capire se la ‘bestia’ è domata. Addormentata. Oppure prova di nuovo a graffiare e a fare male anche se, magari, il chirurgo è già intervenuto per fermare la sua avanzata. Facile intuire l’apprensione di tante pazienti, di Siena come del resto della provincia, che aspettavano di sapere il risultato del pap-test a cui si erano sottoposte alle Scotte. Com’è noto, permette di individuare precocemente eventuali tumori al collo dell’utero oppure alterazioni. Hanno aspettato settimane per ottenere il verdetto che può cambiare la vita in un secondo. Un interruttore dell’esistenza: on-off. In un caso si sono dovuti attendere oltre 70 giorni. Tanti. Troppi (anche psicologicamente) per chi, appunto, ha avuto a che fare con il cancro.

Un’anomalia, così l’hanno definita rivolgendosi a La Nazione per capire cosa era cambiato nel loro ‘caro, vecchio’ ospedale. Quello a cui le pazienti si sono affidate certe che qui avrebbero ricevuto le cure migliori nella lotta contro la malattia. Poi all’improvviso l’allungarsi progressivo dei tempi di consegna dei referti da parte dell’Anatomia patologica a cui vengono inviati ha cominciato a preoccupare le utenti del servizio. Fino a qualche anno fa, come detto, magari bastava un mese, adesso in alcuni casi ne serve più del doppio. Per non parlare di coloro per cui è emerso un esito positivo del pap-test che devono quantomeno ripeterlo. Angoscia allo stato puro i giorni che trascorrono senza risposta. Eppure i medici e i tecnici sono bravi e responsabili, è la voce unanime delle pazienti. Che non hanno esitato a contattare personalmente il laboratorio di Anatomia patologica per capire cosa c’era che non andava. Perché, insomma, quell’attesa prolungata che fa subito venire in mente ‘strani’ pensieri al malato. Si tratta dell screening più comune che riguarda le donne, le colpisce nella sfera più intima. E che va ad incidere anche sulla prevenzione oncologica, così importante.  

Preoccupazioni che abbiamo girato all’Azienda ospedaliera-universitaria. Sono risultate fondate: motivo dell’attesa è il turn over del personale. Quella catena di pensionamenti che sta creando disagi alle famiglie con i dottori di medicina generale e che si registra anche nel policlinico senese. "Siamo consapevoli delle difficoltà – spiega l’Azienda riferendosi ai ritardi relativi alle risposte sugli esami di screening per Pap test –, legate al pensionamento di due medici, avvenuto nel 2019. E’ già stato chiesto il potenziamento del personale medico dell’Unità operativa complessa di Anatomia patologica con l’arrivo a breve di due nuovi professionisti per mobilità, procedura che si è conclusa a dicembre".

Il policlinico rivendica comunque, in questo periodo, "di aver sempre garantito le urgenze e rispettato i tempi di refertazione per le condizioni a maggiore predittività di rischio. Inoltre nel 2020 tutte le valutazioni di Anatomia patologica per il Pap-test, che fanno parte di un programma di screening per l’identificazione di lesioni precoci, come avviene nelle altre aziende sanitarie toscane, potranno essere effettuate anche da Ispro (Istituto per lo studio prevenzione e rete oncologica). L’Azienda ospedaliera si scusa per i disagi e ha già attivato e realizzato, con l’inizio del mese, tutte le azioni necessarie per l’equilibrio del servizio di Anatomia patologica e la soddisfazione del diritto alla salute dei cittadini". © RIPRODUZIONE RISERVATA