di Pino Di Blasio
"Quel Palazzo è anche bello architettonicamente. L’operazione che abbiamo progettato è sicuramente utile, pensare di creare lì un polo scolastico è troppo complicato, soprattutto per i problemi di traffico". Francesco Ghelardi, direttore amministrativo dell’Asl Toscana Sud Est, parla dell’affare che darà un futuro a un contenitore fantasma, il simbolo più eclatante della ’Siena prima del crac’, quasi come se fosse già fatto.
Perché la definisce un’operazione intelligente?
"Il Poliambulatorio è in una sede scomoda. E’ una struttura molto vecchia, ha bisogno di interventi di manutenzione molto costosi. Ed è in una zona della città che si raggiunge solo a piedi; non ci sono parcheggi, né trasporto pubblico. L’attività sanitaria a Siena deve avere una sede adeguata ai tempi".
Qual è la mappa delle sedi senesi dell’Asl?
"Il centro direzionale è accanto alla stazione ferroviaria, il Poliambulatorio è a Pian d’Ovile, al Ruffolo c’è il Dipartimento prevenzione, che pensa all’emergenza Covid, all’igiene pubblica, alla medicina del lavoro. Lì ci sono anche i tre laboratori di sanità pubblica, uno per ogni area vasta. Infine gli spazi al San Niccolò, con il centro Il Tamburino e Medicina legale".
A parte il Poliambulatorio, cosa farà l’Asl in questi spazi?
"Nell’ex ospedale psichiatrico troverà spazio l’hospice e l’ospedale di comunità. Per il resto tutto resterà come è ora".
Quando è nata l’idea di comprare quel palazzo?
"Tre o quattro mesi fa. La sollecitazione di partenza è della proprietà, del presidente Franceschelli. Non ci eravamo mai azzardati a candidarci per l’acquisto, leggevamo dell’interesse dell’Università per Stranieri, poi delle scuole. Poi è arrivata la proposta e, attorno al tavolo della trattativa, assieme all’Asl e alla Provincia, si sono seduti il Comune e il Policlinico, che vorrebbe trasferire lì tutte le sue attività ambulatoriali. Il sindaco De Mossi ha il ruolo del facilitatore, è l’attore necessario per coordinare il nuovo Poliambulatorio con il piano del traffico e renderlo coerente anche con il Piano operativo".
Avete offerto 10 milioni per l’acquisto del Palazzo?
"L’operazione è molto costosa. Il Comune è importante anche per la destinazione urbanistica del Poliambulatorio attuale a Pian d’Ovile. L’Asl dovrà venderlo per finanziare l’operazione d’acquisto, se ci sono destinazioni varie, avrà più mercato".
E’ più piccolo della Provincia?
"Il Palazzo della Provincia è più grande, stiamo valutando l’opportunità di ampliarlo, di prevedere un piano in più o un annesso laterale. Lì concrentreremo tutte le attività sanitarie".
Tempi e costi?
"Siamo nella fase degli approfondimenti tecnici e delle stime di costo. Per tutta l’operazione serviranno 15 milioni, compresi gli impianti e il trasloco da Pian d’Ovile. Se vendessimo la sede attuale a 5 milioni, servirebbero 10 milioni di risorse dell’Asl. La partita poi passerà alla Regione e all’assessore alla sanità Bezzini. Oltre che all’Agenzia delle Entrate per la valutazione finale".
L’Asl ha i soldi sufficienti?
"Il nostro bilancio è di 1 miliardo e 700 milioni. Sul San Donato di Arezzo abbiamo investito 20 milioni, a Grosseto altri 60. Entro la fine dell’anno sarà definito tutto, nel primo semestre 2021 partirà la gara per la progettazione. I lavori potrebbero iniziare nel 2022".