Omicidio di Largo Sassetta. Il pm resta ferma sull’ergastolo

Replica per due ore e mezzo ma il verdetto arriverà soltanto il 17 giugno

Omicidio di Largo Sassetta. Il pm resta ferma sull’ergastolo

Omicidio di Largo Sassetta. Il pm resta ferma sull’ergastolo

"Una mistificazione dei dati probatori". Ci va giù pesante il pm Sara Faina replicando per due ore e mezzo alle arringhe difensive degli avvocati dei due imputati dell’omicidio di Anna Maria Burrini, la pensionata di 81 anni strangolata nella sua casa di Largo Sassetta il 26 settembre 2022. L’operaio che dette l’allarme, all’epoca inquilino dell’anziana, "ha avuto un ruolo nella pianificazione della rapina, infatti è concorrente morale ma che abbia avuto un ruolo attivo sul piano materiale è insostenibile. Era distante 100 chilometri, risulta dagli accertamenti compiuti presso l’azienda in cui lavorava". Mette i puntini sulle ’i’ ripercorrendo i passaggi salienti delle lunghissime arringhe difensive avvenute la scorsa udienza, il pm Sara Faina che al termine delle repliche conferma ovviamente la richiesta per zio e nipote dell’ergastolo. Difende la premeditazione, si sofferma sulla busta con 58.300 euro trovata alcuni mesi dopo in un’altra stanza la quale prova che in casa teneva ancora soldi, dopo il furto già subito nell’estate di oltre 20mila euro. "Aveva spostato il denaro in un locale diverso di cui aveva chiave e accesso esclusivo. I sigilli non sono mai stati violati", ribadisce al collegio presieduto da Fabio Frangini. Che invita a leggere, in più passaggi, le intercettazioni riportate per intero nella memoria depositata. Si sofferma a lungo sul laccio utilizzato per strangolare l’anziana, mai ritrovato. "Se l’avesse tenuto in mano togliendolo dalle scarpe si dovevano trovare tracce del dna (della nipote, ndr) sul solco del collo, invece c’è solo maschile ed è dell’imputato", aggiunge il pm cercando di smontare "l’opera di santificazione", a suo dire, fatta di quest’ultimo dall’avvocato Alessandro Bonasera. "Da quasi un mese non si presentava a lavoro", osserva riferendosi a quello che "è l’esecutore materiale dello strangolamento". Declinando poi gli elementi cardine della tesi accusatoria che l’ha portata a chiedere appunto l’ergastolo per zio e nipote. Vorrebbe subito le repliche dei difensori – la giovane è assistita da Francesco Paolo Ravenni – ma il presidente Frangini "vista la corposità della memoria ed il lungo intervento del pm" le rinvia al 17 giugno con la raccomandazione ai difensori di essere brevi. Poi la Corte di Assise emetterà il verdetto.

La.Valde.