
di Massimo Cherubini
Sono dieci i migranti pakistani che dal parcheggio della stazione di Siena sono già sistemati nella nuova, decisamente più confortevole, residenza: l’Hotel Gambrinus di Abbadia San Salvatore. Dove entro i primi giorni del prossimo anno verranno sistemati quasi tutti quelli che hanno trovato la provvisoria ‘sistemazione’ nel parcheggio. Una quarantina, questi i destinati ad Abbadia San Salvatore. Ma non è detto che siano tutti quelli accampati alla stazione. Ci sono alcuni, accolti nella struttura della Caritas, che, dopo le prime cure, potrebbero essere destinati al centro. Potrebbe, insomma, esserci una sorta di alternanza con il fine che l’area dello scalo ferroviario verrà liberata e che all’Hotel Gambrinus di Abbadia arriveranno quaranta pakistani. Il sindaco del paese amiatino, Fabrizio Tondi, tiene il punto su questa nuova assegnazione, avvenuta attraverso un bando della Prefettura, nel suo comune. "Ad oggi -dice - ad Abbadia San Salvatore sono residenti 812 tra cittadini comunitari e profughi o extracomunitari. La percentuali si attesta intorno al 15%. Destinata ad aumentare perché crescerà il numero dei richiedenti la residenza. Per tutto questo non c’è un criterio di giusta distribuzione dell’accoglienza, della solidarietà. Nella nostra provincia i comuni che ospitano questa povera gente si contano sulle dita di una mano". Il concetto di un’equa distribuzione dei richiedenti asilo è condivisa da don Giampaolo parroco dell’Abbazia di San Salvatore.
"Equa assegnazione dei profughi - dice - per garantire la migliore accoglienza possibile. Se i centri di accoglienza sono aperti in pochi comuni, se vi è un elevato numero di profughi, l’accoglienza può andare in difficoltà. La popolazione di Abbadia - aggiunge don Giampaolo- è, per tradizione assai accogliente. Non ho sentito dissensi su questo fronte anche perché tanti dei profughi arrivati negli ultimi anni si sono perfettamente integrati. Resta una parte di indigenti che vanno ad assumersi a quelli, per fortuna una piccola parte, che anche ad Abbadia ci sono".
"Noi- dice il parroco - come Caritas diocesana sosteniamo una cinquantina di famiglie. Non solo famiglie di immigrati, diverse sono del posto. Una volta a settimana diamo gli aiuti alimentari, distribuiamo i generi di prima necessità. E devo sottolineare - conclude il parroco- che il comportamento dei richiedenti asilo è esemplare. Così come, salvo pochissime eccezioni, lo è stato quello di quanti da anni sono arrivati ad Abbadia dove, in gran parte, si sono perfettamente integrati".