Nino e il vecchio Folco: un palio da dimenticare

L’unico passaggio sul tufo del fantino ascianese Eugenio Gambelli non lasciò certo il segno

"Nino, non aver paura di tirare un calcio di rigore..." canta De Gregori, ma in questo caso il Nino protagonista è un fantino. Ecco che parliamo di Eugenio Gambelli passato alla storia con il nome di battaglia di Nino, protagonista della carriera del 16 agosto 1946, dedicata all’avvento della Repubblica. Alla Lupa va in sorte infatti il buon vecchio Folco, in un Palio dove tutti guardano al nuovo astro che porta il nome di Piero, che aveva già vinto il palio di Provenzano. Tutti pensano che Vallerozzi possa montare Renzino, forti di un solido rapporto con questo fantino, invece la scelta cade sull’esordiente Nino, fantino di Asciano nato nel 1913 e che vestirà i colori di Vallerozzi. In realtà questa è una scelta parzialmente forzata, perché Renzino aveva preferito tirarsi fuori dalla ormai ufficiale inimicizia con l’Istrice, che aveva esercitato pressioni non indifferenti. Il giovane ed il vecchio, ecco Folco e Nino, che tuttavia non producono nulla di buono e non entrano mai nel vivo della corsa, partendo dall’ottavo posto al canape, vinta poi alla grande di nuovo da Piero con Ciancone per la Contrda della Giraffa. Unica occasione quindi per Eugenio Gambelli detto Nino, che scompare nell’aprile del 1998 con il ricordo di quella carriera.

Massimo Biliorsi