"Nessun rifiuto dell’assistenza Valutazione legata alle funzioni"

"Il direttore ha sempre un ruolo di supervisore rispetto alla correttezza delle richieste della sanità", ha ribadito nella sua lunga testimonianza l’ex direttrice del carcere di Ranza a San Gimignano, Caterina Ciampoli. Sotto processo per essersi opposta, secondo l’accusa, al trasferimento in ospedale di due detenuti sebbene i medici avessero chiesto l’invio urgente per accertamenti. Tre ore è rimasta sul banco dei testimoni per rispondere alle domande del pm Sara Faina, dell’avvocato di parte civile e del difensore, l’avvocato Monica Fara.

"I raggi x si potevano fare a Ranza? Alle 22 di sera", ha incalzato la procura. "Era stato indicato entro le 24 ore", ribatte l’imputata sottolineando di non aver impedito alcunché.

In avvio aveva testimoniato anche l’ex provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Toscana a cui era stato segnalato il divieto, da parte della direttrice dell’epoca – i fatti risalgono all’autunno 2018 – di autorizzare l’ingresso dell’ambulanza e, in una circostanza, di far accedere degli specialisti. Ha riferito di presunti motivi di contrasto anche sui mezzi di accompagnamento: la dottoressa Ciampoli, secondo quanto riferito in aula, avrebbe preferito l’impiego di quelli dell’amministrazione invece delle ambulanze per ragioni di sicurezza. Chiamato dalla parte civile, in aula ieri anche Massimo Parisi, direttore generale del personale e delle risorse del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap)

L’udienza, terminata dopo le 17, è stata rinviata alla prossima settimana per ascoltare gli ultimi testimoni di pm e parte civile mentre per l’eventuale discussione Si attenderà maggio.