"Nel nuovo museo la Maestà di Duccio ricreata con la realtà virtuale"

L’idea di don Acampa, vicerettore dell’Opera. Il sindaco De Mossi: "Nessun direttore al Santa Maria prima della Fondazione"

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Lo strappo non c’è stato. Né prevaricazioni, fughe in avanti o progetti che potrebbero urtare sensibilità diverse e sbattere contro le resistenze di chi ha potere decisionale. Al convegno workshop organizzato dall’architetto Edoardo Milesi, sul tema ’Turismo di massa e città storiche. Un nuovo museo a Siena’, ieri nella Sala Calvino al Santa Maria della Scala, lo stesso Milesi si era affrettato a precisare che "si sarebbero presentate ipotesi di studio, perché l’avventura del Santa Maria della Scala è intrigante e stimolante per tutti. Elaboreremo una proposta per un museo alternativo al museo didattico dell’Opera del Duomo e, più in generale, per la fruizione dei musei di Siena. Un’occasione e un’opportunità per ripensare Siena come se fosse un unico museo urbano".

Il soprintendente Andrea Muzzi, nel suo intervento, ha ribadito i caratteri essenziali di un nuovo modello di museo e la valenza della cultura come antidoto a un turismo di massa fagocitante per troppe città d’arte.

Tra i protagonisti attesi, i vertici dell’Opera del Duomo. Dopo il saluto del rettore Guido Pratesi, il vicerettore don Giuseppe Acampa, ha lanciato la provocazione più rumorosa. "La National Gallery di Londra e la Collezione Frick di New York vogliono allestire una mostra che farà epoca sulle origini della pittura e sull’arte senese. Vorrebbero rimettere insieme tutte le formelle della Maestà di Duccio, la maggior parte conservate nel Museo dell’Opera, per esporle a Londra e New York. Sarebbe una beffa per Siena rimanere esclusa da quest’evento, rimandato al 2025 per il Covid. Ma potremmo anticiparlo progettando un museo particolare, ricostruendo la Maestà di Duccio con la realtà aumentata. E creare un nuovo museo ecclesiastico, anche al Santa Maria, di nuova concezione. Perfino con un ologramma sul primo capolavoro dell’arte nella sua posizione originale, l’Altare Maggiore del Duomo".

Altro relatore atteso, il sindaco Luigi De Mossi. Che però ha parlato di musei nell’incontro a Taverne d’Arbia. "Al Santa Maria della Scala ci sono molti spazi da recuperare, il dialogo con l’Opera del Duomo è necessario e doveroso". E’ questa la tesi del sindaco sul possibile accordo per il futuro dell’Antico Spedale. Certo, ha precisato, sarà necessario dialogare con la Soprintendenza, ma la prospettiva è concreta.

"Da tempo dialoghiamo con l’Opera del Duomo e il rettore, hanno anche visitato alcuni spazi", ha detto De Mossi a proposito della possibile collaborazione. Sullo sfondo, ma con un peso determinante sulle scelte future, la creazione di una Fondazione per gestire il Santa Maria. In commissione è iniziato il confronto sullo statuto, ma la scelta politica è già compiuta. Ed è anche in attesa di questo passaggio che, come già annunciato in consiglio comunale, il bando per individuare il nuovo direttore è rimasto nel limbo, dopo la presentazione delle domande. Nessuna nuova figura guiderà il Santa Maria fino alla creazione della Fondazione, ha ribadito anche ieri il sindaco.