Mustafa, il bambino siriano senza arti, va a Budrio: presto la riabilitazione

Il piccolo lascerà Siena dove è stato accolto a gennaio dall'Arcidiocesi

Ha fatto il giro del mondo la foto del papà con la stampella che solleva Mustafa, 6 anni

Ha fatto il giro del mondo la foto del papà con la stampella che solleva Mustafa, 6 anni

Siena, 31 maggio 2022 - La speranza di iniziare davvero una nuova vita si fa sempre più forte. Mustafa, il bambino siriano senza arti che ha commosso l'Italia, domani mattina sarà a Budrio (Bologna) per la prima volta. Qui, a breve, avrà inizio il percorso di cure nel centro protesi Inail di Vigorso, polo d'eccellenza europeo. Il piccolo, insieme al padre Munzir e a tutta la famiglia El Nezzel sarà accompagnato da Don Vittorio Giglio, direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali dell'Arcidiocesi di Siena-Colle Val D'Elsa-Montalcino. 

"Questa prima visita - ha detto Don Vittorio - è il primo passo per il trasferimento dalla nostra città a Budrio. Questi mesi a Siena sono serviti per approfondire il loro stato di salute grazie alla collaborazione professionale e straordinaria dell'Azienda ospedaliera-universitaria senese che non ci ha fatto mai mancare il sostegno". La presenza della famiglia El Nezzel a Budrio è il primo passo per il trasferimento definitivo nella cittadina alle porte di Bologna dove potranno iniziare un percorso di integrazione dal lavoro, alla scuola per i bambini. 

La famiglia El Nezzel ha in programma un incontro con il sindaco di Budrio, Maurizio Mazzanti, e con tutti coloro che nella città emiliana si occuperanno del piccolo e del padre. "Tutto questo - fa sapere l'Arcidiocesi di Siena - grazie alla grande disponibilità e collaborazione del Comune di Budrio e della Città metropolitana di Bologna". Appena sarà possibile inizierà al Centro Protesi Inail il lavoro perché per Mustafa e il padre Munzir, ambedue mutilati a causa delle bombe in Siria, possano iniziare una nuova vita, normale e meno difficoltosa. 

Il trasferimento della famiglia El Nezzel a Budrio è stato ritardato a causa del Covid che spiega Don Vittorio Giglio "non ha risparmiato la famiglia siriana e questo ha logicamente rallentato tutto. Questi mesi a Siena sono serviti comunque sia per approfondire il loro stato di salute grazie alla collaborazione professionale e straordinaria dell'Azienda ospedaliera-universitaria senese che non ci ha fatto mai mancare il sostegno, sia per iniziare un lavoro di inculturazione della famiglia con il loro nuovo mondo 'italiano' che sono sicuro proseguirà a Budrio".