PINO DI BLASIO
Cronaca

"Mps patrimonio d’Italia. Superate tante tempeste. La banca ha le risorse per ogni obiettivo"

Il presidente Maione: “In cda dal 2017, primo bilancio con 4 miliardi di perdite. Oggi il Monte è risanato, ha un patrimonio solido, dipendenti legati all’istituto. Come la Nazionale, in tanti giocano a fare i banchieri"

Rocca Salimbeni, sede del Monte

Rocca Salimbeni, sede del Monte

Siena, 24 maggio 2024 – "Stiamo andando verso soluzioni condivise e unanimi, senza contrasti, per far sì che nel prossimo biennio ABI possa essere ancora più forte non solo in Italia ma, soprattutto, in Europa. Lì si giocheranno partite cruciali per il futuro del sistema bancario, come l’auspicata Unione Bancaria Europea. Sono convinto che ABI saprà, ancora di più, promuovere e tutelare gli interessi di tutti gli associati".

Nicola Maione, presidente di Banca Mps, glissa sul suo ruolo di ’tessitore’ all’interno dell’Abi, per la riconferma di Antonio Patuelli alla presidenza e della scelta di un board che va bene a tutti i grandi gruppi, da UniCredit a Intesa Sanpaolo. Agli inizi di luglio la governance sarà definita, anche con il nuovo direttore generale, dopo l’addio di Sabatini.

Qual è lo stato di salute di Banca Monte dei Paschi?

"Sono entrato nel cda a Rocca Salimbeni nel dicembre 2017. Una nomina tutt’altro che appetibile, c’era un clima di sfiducia palpabile che condizionava ogni scelta della Banca. Era il board che doveva fare i conti con l’aumento di capitale fallito e con la ricapitalizzazione precauzionale avviata dal Ministero dell’Economia. Il primo bilancio si chiuse con una perdita di oltre 4 miliardi di euro, in Borsa l’azione Mps era ai minimi storici, non riuscivamo ad emettere bond. Inoltre c’era un’attenzione mediatica e giudiziaria molto complessa, eravamo alla ribalta per casi di cronaca".

Sono passati 6 anni, il quadro è radicalmente mutato..

"Sono stati compiuti passi enormi. Come giudicare altrimenti un bilancio con 2 miliardi e 50 milioni di utili e 315 milioni di dividendi? Il Monte dei Paschi è una Banca risanata, tra le migliori in Italia, con una forte solidità patrimoniale. Sono risultati sostenibili nel tempo, lo confermano anche i numeri ottenuti nei primi tre mesi del 2024, che mostrano una performance operativa record e la capacità di conquistare fette di mercato sempre più importanti".

A chi dà il merito della rinascita del Monte?

"Il merito va a tutti i dipendenti di Mps, al loro straordinario lavoro e a un attaccamento fuori dal comune. E alle azioni messe a terra dal board, di cui siamo sempre stati convinti, anche quando eravamo in pochi a crederci. La Banca è tornata a riaffermare il suo grande valore. Le emissioni di bond hanno convinto i mercati, la cessione di quote Mps del Mef ha avuto richieste superiori all’offerta".

Due anni fa Mps capitalizzava 300 milioni in Borsa, oggi 6 miliardi e 500 milioni. Piazza Affari crede in voi?

"Nei fatti, effettivamente, è cosi. Ma le ripeto, non c’è un solo fattore che può spiegare la rinascita del Monte. Donne e uomini di Mps hanno lavorato quando avevamo problemi di continuità aziendale, consiglieri di amministrazione passati e presenti hanno messo la loro professionalità al servizio della banca, hanno dato un impulso straordinario. Tutti stregati dalla magia di Mps".

Qual è la magia del Monte?

"Quando varchi la porta di Rocca Salimbeni e sali le scale, capisci che fai parte di una storia. Quella recente non era delle migliori, per fortuna siamo riusciti a ridare credibilità a una banca con 550 anni di vita e ha superato tutte le traversie possibili. Andava tutelata, è patrimonio del Paese. Oggi siamo orgogliosi di essere un esempio di management virtuoso".

Da avvocato, oltre che presidente, è soddisfatto di aver vinto le battaglie legali?

"Sono orgoglioso delle scelte di questi anni. Eravamo convinti della legittimità delle azioni della Banca, ma eravamo una voce fuori dal coro. La maggioranza dell’opinione pubblica e della comunità finanziaria pensava avessimo torto. Oggi ci sono sentenze che puniscono per lite temeraria chi ha fatto ricorsi".

Le vittorie hanno liberato anche risorse ingenti?

"Ci sono stati momenti in cui il petitum superava i 10 miliardi di euro. I nostri legali hanno lavorato sodo. E sono contento che oggi, come ripete sempre l’ad Luigi Lovaglio, il Monte sia tornato ad essere una banca commerciale chiara e semplice, con oltre 3 milioni e mezzo di clienti, un supporto concreto a famiglie e imprese".

Come vede il futuro di Mps?

"La Banca ha cambiato passo, è tornata ad essere un asset attraente per il mercato. Spesso ho la sensazione di essere come alla guida della Nazionale di calcio: in molti si dilettano a fare il l’ad o il presidente del Monte, stringono alleanze e fusioni con altre banche. Dò grande merito all’amministratore delegato e al management di continuare a lavorare in silenzio e a fare banca, ignorando i rumors, spegnendo le voci quotidiane e avendo a cuore solo il miglior futuro possibile per il Monte".

Da presidente Mps cosa desidererebbe?

"Il consolidamento del sistema bancario italiano, la nascita dell’auspicato terzo polo, potrebbero essere mosse positive. Ma sono altrettanto convinto che, avendo superato tempeste, nulla ci è precluso. Il Monte ha donne, uomini, storia e standing per raggiungere ogni obiettivo".

Le nuove assunzioni ringiovaniranno una Banca con 5 secoli e mezzo di vita?

"La Banca ha cambiato passo, siamo tornati ad essere competitivi sul mercato, da tutti i punti di vista. Abbiamo rinnovato la squadra ai vertici e in funzioni chiave. Riguardo alle assunzioni, l’altissimo numero di candidature che abbiamo ricevuto per le posizioni nella nostra Rete commerciale, è una dimostrazione della rinnovata fiducia nella Banca. Mps sa essere oggi un punto di riferimento, anche quando si tratta di attrarre nuove risorse".