REDAZIONE SIENA

Mps, le manovre d’estate. Un altro 10% da vendere

Il Mef vuole incassare mezzo miliardo e lascerà alla banca la regia sul terzo polo

Mps, le manovre d’estate. Un altro 10% da vendere

In ossequio all’immarcescibile legge che regola tutte le Borse del mondo, ’buy on rumors, sell on news’ (compra sulle indiscrezioni, vendi sulle notizie), ieri il titolo Banca Mps a Piazza Affari ha chiuso in rialzo: + 1,22%, a 4,386 euro e una capitalizzazione a 5 miliardi e 525 milioni di euro. I rumors che hanno interrotto una discesa delle quotazioni, iniziata un mese fa, quando l’azione Monte dei Paschi è arrivata a quota 5,364 euro e la capitalizzazione era vicina a 6,5 miliardi di euro, sono quelli riassunti nell’articolo di Affari e Finanza, sulle intenzioni del Ministero dell’Economia riguardo al 26,7% del capitale della Banca che è ancora nelle sue mani. Il lock up dopo la vendita in primavera del secondo pacchetto, 12,5% di azioni, scadrà a inizio luglio. E le indiscrezioni puntano sulla cessione, tra il Palio di luglio e quello di agosto, quando a Siena le attenzioni sono rivolte su Piazza del Campo, di un ulteriore 10% del Monte dei Paschi. Non che il Palio abbia mai distratto l’ad Luigi Lovaglio dal tessere alleanze e strategie. Non ha mai avuto un’ottica ’comunarda’, quella che dominava nei decenni passati, quando gli affari più indigesti e le delibere meno gradite si concretizzavano nei giorni del Palio.

Ma stavolta le congiunture astrali fanno coincidere le mosse del risiko finanziario con i giorni della Festa. Non c’è nessuna novità nei rumors delle ultime ore: solo una efficace operazione di ’packaging’ di tutti gli scenari possibili, giocando ad escludere quelli meno probabili.

Alla fine dei conti, applicando il principio del ’rasoio di Occam’, in base al quale va scelta la soluzione più semplice tra tutte le soluzioni valide di un problema, l’estate all’ombra di Rocca Saalimbeni potrebbe regalare al Tesoro un ulteriore tesoretto di 550 milioni di euro, nel caso vendesse il 10% a 4.45 euro per azione. Lontano da quanto avrebbe realizzato con i valori ai massimi, ma una cifra da non disprezzare. Un pacchetto che potrebbe essere parcheggiato nel portafoglio dei fondi, in attesa di arrivare al matrimonio più plausibile e meno avversato dai protagonisti: l’accordo con Bper e Unipol, l’alleanza tra Lovaglio e Carlo Cimbri, dominus del gruppo assicurativo e, di conseguenza, del gruppo bancario che ha il quartier generale a Modena.

Le presunte perplessità politiche di un ’polo rosso’ del credito, si infrangono sulla refrattarietà di Cimbri a qualsiasi etichettatura partitica. Unipol non è più da anni la compagnia rossa. Tra i preparativi per le nozze, il riacquisto delle quote di bancassurance da Axa. Il Monte ha già in cassaforte quel miliardo di euro che serve per riprendersi tutto.

Pino Di Blasio