Morte di David Rossi, l'ex ad Viola: "Quella mail mi rimbomba in testa da 9 anni"

Tre ore davanti alla commissione sulla morte dell'ex capo della comunicazione di Mps. "Omicidio? Mi sento di dire di no"

David Rossi

David Rossi

Siena, 10 marzo 2022 - "Quando oggi si parla di David Rossi mi rimbombano, non solo in testa, le parole scritte in quella e-mail, ma anche tutto ciò che c'è stato intorno. Siamo al paradosso che per me oggi parlare di Santorini e Alexandria è più facile che parlare di David Rossi". Lo ha detto l'ex ad di banca Mps Fabrizio Viola in audizione alla commissione d'inchiesta parlamentare sulla morte del capo della comunicazione di Mps. "Questa tragedia, insieme a tanti altri problemi, è quella che più mi ha colpito dal punto di vista umano e che ancora oggi mi crea turbamento", ha detto Viola ai commissari.

L'audizione è durata circa tre ore, gli ultimi 20 minuti circa sono stati fatti in modalità secretata poi la seduta è stata chiusa.

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La perquisizione

"David Rossi visse con grande disagio la perquisizione del 19 febbraio 2013. Quando l'ho rivisto dopo la perquisizione, ho trovato una persona colpita e toccata dal punto di vista psicologico", ha ricordato Viola. "Quando gli è stata comunicata la perquisizione - ha detto - lui era casualmente nel mio ufficio e quando si presentò l'ufficiale della guardia di finanza mi ha preannunciato che avevano deciso di fare una perquisizione su un dirigente ancora in servizio. Io poi non l'ho visto per tutto il giorno e forse nemmeno il giorno successivo".

"Dopo la perquisizione, le preoccupazioni principali di David Rossi erano la perdita di lavoro e l'arresto", ha proseguito Viola. "Sull'arresto - ha detto Viola - l'avevamo messa anche sul ridere. Lui mi diceva la famosa frase dei carcerati 'Mi porterai le famose arance'. E io gli dicevo non ti voglio sminuire, ma dai le giuste dimensioni alle cose che succedono. Gli dicevo - ha proseguito l'ex ad - 'Tu sei capo della comunicazione per quanto tu possa aver saputo, faccio fatica a pensare che tu abbia potuto compiere degli ipotetici reati. Non eri il capo del bilancio. Dai le giuste dimensioni alle cose che succedono!. Per quanto riguarda il posto di lavoro - ha anche affermato Viola - credo di avergli dato più volte rassicurazioni sul fatto che questa era una cosa fuori dai nostri radar. Primo perché più volte gli ho ricordato l'apprezzamento mio e del presidente Profumo, secondo perché ho deciso di farlo diventare invitato stabile nel comitato di direzione, luogo delicato dove giravano informazioni molto riservate, e nel programma di coaching. Due segnali di grande fiducia nei suoi confronti".

La mail "help"

"Quella e-mail", conosciuta come 'help', "ce l'ho stampata nella testa da nove anni, quelle parole mi rimbombano in testa ancora, mi sono sforzato più volte a capire cosa era successo - ha ricordato Viola, che ha anche detto che la sua casella di posta elettronica era accessibile "al capo della segreteria Fanti e alla signora Pieraccini. Per quello che mi consta sapevo che la mia mail era solo a loro disposizione e quindi sono andato via relativamente tranquillo per tre giorni di vacanza a Dubai. Ero collegato con il mio blackberry, ero in una zona con poca connettività e ho avuto anche un blackout di circa quattro ore con David Rossi. Io quella mail non ricordo di averla vista quel giorno, inoltre quando David mi ha scritto dopo quelle quattro ore, ribadendomi che aveva bisogno di aiuto, non ha fatto riferimento alla e-mail precedente, credo di averlo tranquillizzato".

La cena e la riservatezza

"Mi risulta che David Rossi andò a cena con Mingrone e Profumo e mi risulta che decisero di renderlo edotto solo durante la cena", ha detto Viola alla commissione a proposito dell'ipotesi di insider trading per la fuga di notizie sull'azione di responsabilità e la richiesta danni nei confronti di Banca Nomura e Deutsche Bank. "Io non ho mai avuto dubbi che non sia stato Rossi" a divulgare la notizia "perché una delle sue caratteristiche era che nel momento in cui una notizia doveva essere riservata, per lui era riservata e restava tale. Io l'ho conosciuto come una delle persone più riservate sulla faccia della terra. Abbiamo integrato l'ordine del giorno la sera prima con una dizione molto generica proprio per evitare qualsiasi tipo di fuoriuscita, non abbiamo fatto circolare documenti al consiglio prima della riunione", ha ricordato i vari passaggi precedenti il cda, l'ex ad Viola. "Siamo arrivati con le carte in riunione e David Rossi è stato tenuto all'oscuro. Ma non è stata una mancanza di fiducia. Eravamo in quattro a saperlo, anche per sua tutela". Viola ha anche sottolineato che l'orario della cena era tale per cui "le redazioni erano ormai chiuse" e secondo gli atti ha appreso dopo che la fonte della fuga di notizie era dentro il consiglio di amministrazione.

"Omicidio? Mi sento di dire di no"

"Mi sento di dire di no". Così ha risposto l'ex ad di Mps alla domanda se secondo lui David Rossi possa essere stato ucciso. "È il giudizio che mi sono dato avendo letto le carte, considerando abbastanza improbabile che qualcuno riesca ad entrare in banca e possa fare quello che ha fatto. Peraltro ex post - ha detto ancora Viola - associo il disagio di David a quello che è successo e Rossi era sicuramente sotto stress. Ma lo stress che ho patito io negli ultimi due anni, mi sia consentito, non è nemmeno paragonabile". "David Rossi era una persona molto sensibile, educata, gradevolissima, molto colta", ha anche detto Viola. "Era sensibile, ma da lì a dire che quella sensibilità", per interessi culturali e sociali, "lo potesse portare a quell'atto" del suicidio "non lo avrei mai pensato" ma comunque "io un omicidio non riesco ad immaginarmelo", ha concluso Viola.

"La causa? Ho pensato fosse dalla banca"

"Il dubbio mi è venuto che ci fosse dell'altro, e non fosse la banca, ma non ho mai avuto elementi che supportassero altro", però "sulla storia dei presunti festini vi assicuro che la prima volta che l'ho sentita, l'ho sentita alla televisione. E mi ha colpito perché neanche a Siena ne sapevano niente", ha detto Viola. "La risposta a quello che è successo l'ho trovata nell'analisi che ha fatto la mental coach Ciani - ha detto ancora Viola. - Il prestigio personale che per lui era tutto, accompagnato dal fatto che il lavoro era il centro della sua vita: mettendo tutto insieme mi dico che queste due componenti possano essere state anche deflagranti. Può darsi che siano stati dei detonatori", ha detto ancora il banchiere. Poi Viola, a proposito dello stato d'animo di Rossi, ha ricordato il momento in cui andò a dirgli della morte del padre. "Mi disse 'Mio padre è morto di crepacuore', provai stupore, poi mi disse che un blog o due lo avevano martellato in modo inverecondo e che suo padre leggendo stava sempre più male". "Io mi sono fatto l'idea che Rossi ha difeso la banca con correttezza - ha detto Viola - d'altronde sono sempre stato convinto della sua onestà intellettuale, non ho mai avuto dubbi su questo, infatti da quando siamo arrivati io e Profumo lo abbiamo confermato" come capo della comunicazione di Mps.