ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Montinaro, il dovere della memoria: "Ancora non tutto è stato chiarito"

La moglie di uno degli agenti uccisi nella strage di Capaci incontra gli studenti senesi: "Ai ragazzi dico di non essere indifferenti". Il questore Milone: "Straordinario esempio di forza da oltre trenta anni".

Montinaro, il dovere della memoria: "Ancora non tutto è stato chiarito"

Montinaro, il dovere della memoria: "Ancora non tutto è stato chiarito"

"Antonino non era un eroe, era un poliziotto che decise di andare a scortare Falcone e lo ha sempre fatto con grandissimo senso del dovere, senza fare un passo indietro". Tina Montinaro, nella strage di Capaci, perse il marito allora 29enne ma non il coraggio: "Mio marito mi ha lasciato, oltre a due figli meravigliosi, l’orgoglio di andare a testa alta". È a Siena per due giorni: ieri alla Cecco Angiolieri, oggi a Rapolano Terme e Asciano, di fronte ai ragazzi, parla partendo dal suo libro ’Non ci avete fatto niente’ ("spiega quella storia ai piccoli, ma un ripasso fa bene anche agli adulti...") e porta avanti il compito che si è assegnata: "Trasmettere la memoria di quello che è successo".

Incontra brevemente i giornalisti affiancata dal questore Pietro Milone, che incarna l’istituzione cui si è affidata in tutti questi anni: "La Polizia di Stato per me è sempre stata una certezza – dice – non mi ha mai lasciata sola, mi è stata accanto in ogni momento, a Palermo e in tutta Italia".

E il questore Milone sottolinea il suo "straordinario esempio di forza, perché per continuare a evocare un momento tanto doloroso per oltre trenta anni ce ne vuole tanta. Ed è tanto più importante che questa dimostrazione arrivi da una donna, in un’epoca in cui c’è bisogno di esempi che dimostrino come si possono rovesciare anche situazioni avverse".

Accanto al racconto della memoria, c’è anche un lato oscuro, per Tina Montinaro. Quello dei processi infiniti, delle "mezze verità", delle sorprese di cui sono disseminate le inchieste. "Io credo nella giustizia come ci credeva mio marito – afferma Montinaro – ma se ancora oggi è imminente l’avvio del Capaci quater, è chiaro che non è stata fatta chiarezza su quanto è successo".

Parla anche di questo anche ai ragazzi nelle scuole? "Ai ragazzi dico sempre di stare attenti, di non essere indifferenti, di fare domande. Perché quei mafiosi hanno perso, ma oggi è più difficile accorgersi dov’è la nuova mafia, perché magari possiamo ritrovarla nei posti di potere".

Un nuovo processo e quel passato che non passa mai, in parte per scelta, in parte per quelle ’mezze verità’ rimaste sospese sulla strage che coinvolse anche la Quarto Savona 15, l’auto del caposcorta il cui rottame devastato dall’esplosione Montinaro porta in giro per l’Italia. "Abbiamo subìto tanti pugni nello stomaco e i processi sono ancora in corso. Si parla tanto di ergastolo ostativo, ma alla fine lo subiamo solo noi familiari delle vittime", conclude amara. Ma ai ragazzi, oggi come ieri e domani, saprà donare una lezione di forza e coraggio che dura da oltre tre decenni.