
Una leggenda di ben 400 anni fa riguardo il castello di Monteriggioni narra di un capitano di nome Bernardini Zeti che fu vittima di un raggiro da parte del Marchese di Marignano. Avrebbe ceduto il castello in cambio di 4000 ducati, ma venne truffato e derubato da esso.
Il castello di Monteriggioni era stato costruito per difendere Siena dai fiorentini, sotto l’ordine del podestà Guelfo da Porcari, tra il 1214 e il 1219. E’ considerato un reperto storico a cielo aperto ed è situato sopra una collina per avere maggiore visibilità del territorio, mentre a sud del castello passa la storica “Via Francigena”. Da essa prende nome una delle porte del castello, “La Porta Franca”. Una collocazione strategica, insomma.
Fu citato da Dante nel canto XXXI dell’Inferno in maniera apparentemente casuale, perché il poeta, alla fine delle Malebolge, guardando da lontano pensò di essere di fronte a un castello turrito, mentre avvicinandosi si accorse di essere tra possenti giganti immersi in un pozzo fino all’obelico.
“ però che, come in su la cerchia tonda Monteriggion di torri si corona, così la proda che il pozzo circonda torreggiavan di mezza la persona li orribili giganti, cui minaccia Giove del cielo ancora quando tona ”.
I giganti erano conosciuti già grazie alla mitologia greca e di altre civiltà e sono menzionati nella Bibbia: Dante li colloca nelle Malebolge puniti da Dio per averlo sfidato.
Ma perché Dante si immagina di intravedere proprio Monteriggioni? Ed è un caso che collochi la fortezza proprio nell’Inferno? Sarà forse perché rappresentava un tabù per i Guelfi che non riuscirono mai ad abbatterla?
In effetti la nostra cittadina fu il baluardo del Comune di Siena nel Medioevo e solo dopo secoli di resistenza, che ne avevano alimentato la fama di inespugnabilità, Monteriggioni capitolò il 27 aprile del 1554 quando il suo capitano, Bernardino Zeti, forse corrotto dai suoi concittadini, consegnò il castello al Marchese di Marignano, uno tra i più spietati avversari.
Monteriggioni avversario mitico dunque. Ma ancora oggi la leggenda non si è spenta: si pensa che, nelle notti di luna piena, dal pozzo al centro della piazza sia tuttora possibile sentire il lamento del capitano Zeti accompagnato dal camminare di un cavallo. Alla base di questa leggenda pare vi sia un briciolo di verità: voci di paese raccontano che in fondo al pozzo di Piazza Roma (all’interno del castello) esisterebbe veramente un accesso ad un reticolo di cunicoli sotterranei, mentre un altro accesso si troverebbe appena fuori le mura ma chiuso a causa dei continui crolli delle gallerie. Alcune di queste voci si spingono ancora più in là, accennando ad un cunicolo segreto che partendo dal pozzo condurrebbe addirittura fino ai bottini di Siena.