LAURA VALDESI
Cronaca

“Monteriggioni, 13 procedimenti. Nessuna condanna: calvario finito”

Tutti assolti per la lottizzazione ’Tu16’ di Quercegrossa. Cala il sipario sulle inchieste sull’urbanistica del Comune

Un'aula di tribunale (foto repertorio Ansa)

Siena, 28 febbraio 2024 – E’ calato il sipario sull’ultimo processo nato dalle inchieste che, ormai oltre dieci anni fa, videro al centro l’urbanistica nel Comune di Monteriggioni. E finisce al contempo il calvario per un tecnico, l’architetto Gabriele Manganelli, che è stato imputato in ben tredici fra processi e procedimenti. "Un uomo di grandissima dignità – commenta l’avvocato Stefano Cipriani che l’ha difeso sin dall’inizio dell’odissea giudiziaria –, sempre presente a tutte le udienze a cui ha assistito in maniera pacata, senza mai agitarsi, nonostante le ricadute negative avute a livello professionale. Finché siamo arrivati in fondo". Con l’assoluzione ’perché il fatto non sussiste’ giunta lunedì relativamente alla vicenda della presunta lottizzazione abusiva di Quercegrossa. Per l’esattezza il progetto ’TU16’, presentato nell’aprile 2011, che era composto da sei lotti, in tutto una trentina di appartamenti. Un paio erano già edificati. Cinque gli imputati – l’allora responsabile dell’area tecnica, il suo collega del servizio assetto del territorio e attività produttive, il presidente del Consorzio ’Il Poggio di Quercegrossa TU16’, i tecnici progettisti e direttore dei lavori – che sono stati tutti assolti con formula ampia. Per il responsabile dell’area tecnica, assistito da Emiliano Bianchi, il pm Sara Faina (che aveva ereditato il fascicolo dal pm Aldo Natalini) aveva chiesto 7 mesi e 40 mila euro di ammenda come per un altro funzionario, mentre per i tecnici progettisti e direttori dei lavori 8 mesi e 50mila euro, sempre di ammenda. La lente d’ingrandimento della procura si era focalizzata sulla costruzione a Quercegrossa in un’area agricola, solo di due lotti, che vennero sottoposti a sequestro preventivo nel settembre 2017, poi annullato ad inizio ottobre. Tre delle quattro unità immobiliari erano abitate.

Con la sentenza del giudice Francesco Cerretelli si chiude quindi questo troncone di inchieste e procedimenti dove l’architetto Manganelli, come detto, era sempre stato chiamato in causa. Con lui di volta in volta altri soggetti, dai costruttori ai piccoli proprietari. Oltre dieci anni difficilissimi per l’architetto, aveva un contratto con il comune di Monteriggioni che non gli venne rinnovato. Rimase senza lavoro. E chiaramente, essendo oggetto di una corposa serie di indagini, non riuscì a trovare spazio da altre parti. I suoi tredici procedimenti penali – dai casi di Uopini e Badesse, a quelli di Montarioso e Quercegrossa – si sono conclusi o con l’assoluzione oppure con l’archiviazione. Solo per uno è intervenuta la prescrizione.