Molestie verbali alle liceali, parla il docente "Dimesso da vicario. Potrei lasciare la scuola"

Il professore del ’Buoninsegna’ finito al centro della bufera dopo la denuncia di ’Donna chiama Donna’ racconta la sua verità "Il video? Non l’ho visto. Se riscriverei quelle frasi? Mai più, ora che comprendo l’interpretazione che gli è stata data"

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di Laura valdesi

SIENA

Guarda fuori dalla finestra. Si toglie il giaccone. Scuote la testa mentre parla, a tratti riesce a sdrammatizzare. Sul volto però si legge tutto il peso del macigno che gli è piombato sulla testa, dopo l’accusa di molestie verbali nei confronti di alcune studentesse del liceo artistico ’Buoninsegna’ dove il professore insegna da una vita. Una vicenda su cui è stata aperta un’inchiesta "ma non ho ricevuto alcun avviso, né so di essere indagato", dice il docente.

Se la sente di tornare a scuola, terminata la sospensione, e con quale stato d’animo?

"In questo momento direi di no. Perché mi sentirei giudicato ad ogni sguardo, vedrei tanta freddezza e registrerei molto disagio, anche da parte dei miei colleghi poiché non tutti mi vogliono bene. Per me, sono chiaro, niente sarà più come prima. Questa cosa mi ha fatto male. Cerco di dissimulare ma quando resto da solo so io come sto dentro".

Ieri non è potuto andare a scuola e sarà così fino a sabato, salvo contrordine del giudice. Che effetto le ha fatto?

"Mi sarei sentito peggio se fossi stato lì. Sapevo che c’era la lettera di alcuni studenti (49, ndr) che manifestavano disagio. Pensare che tanti ragazzi, in precedenza, quello che ora definiscono uno sguardo ambiguo lo trovavano spiritoso. No, in questa fase la scuola non mi manca anche se ogni giorno, da quando sono diventato vicario, sono entrato alle 8 anche se magari avevo lezione alle 10. Ero sempre lì dalla prima all’ultima ora. In quella scuola c’è un clima pesante da un paio di anni, nei corridoi si percepisce. Chi arriva dice ’che bello’, poi dopo un po’ di riunioni percepisce tensioni".

Pensa forse di andare in pensione?

"Non ho ancora 64 anni, tecnicamente impossibile. Ma mi hanno fatto passare la voglia di andare a scuola. Non escludo di rassegnare le dimissioni, magari all’inizio del prossimo anno scolastico. Quanto alla carica di vicario l’ho lasciata stamattina (ieri, ndr). Nel giorno della festa della Liberazione, ci ho riflettuto e ho ritenuto di... liberare tutti dalla mia presenza ora definita ambigua".

Parliamo del video realizzato da alcune studentesse dove si esprimeva disagio anche se non si indicava il suo nome, che è stato pubblicato il 25 novembre 2020.

"La verità è che in realtà quel filmato non l’ho visto. Perché dopo aver chiuso a fine ottobre i rapporti con la studentessa che si è rivolta a ’Donna chiama donna’, in quanto lei mi disse come mai si era sentita a disagio, tolsi i ’mi piace’. Via da tutto. Stop messaggi".

I post da lei scritti, relativi al periodo 2019-2020, che adesso sono in procura potrebbero delineare il reato di molestie.

"Ritengo e ribadisco che le molestie sessuali e le allusioni sono altre rispetto a quelle oggetto dei miei messaggi, per come le intendo io".

Li riscriverebbe?

"Mai più e mai poi quelle frasi, ora che mi rendo conto dell’interpretazione che ne è stata data e della conseguente risonanza".

Cosa le hanno detto i suoi familiari di questa vicenda?

"Mi stanno vicini perché sanno chi sono e come mi sono sempre comportato".

Che cosa si sentirebbe di dire alle sue allieve pubblicamente, ai colleghi e alla studentessa che si è rivolta a ’Donna chiama donna’.

"Alla ragazza direi che credevo di essermi già scusato, sono disposto a farlo di nuovo. Non c’era niente di malizioso nelle mie frasi. Agli studenti e ai colleghi dico mi dispiace che una scuola come il liceo artistico si trovi sottoposta ad una gogna mediatica senza meritarlo, lo dimostra il fatto che in questi ultimi due anni abbiamo aumentato considerevolmente il numero di iscritti. Un istituto dove si lavora bene se si fa gruppo, l’ho ribadito anche ad un collegio. Sono rammaricato che per un fraintendimento da parte mia sul modo in cui mi dovevo porre ci rimetta un’intera scuola e anche gli studenti".

Uno dei genitori eletti nel consiglio di istituto ha invitato a stare vicino agli studenti che inviando una lettera hanno dimostrato di avere coraggio e consapevolezza.

"Se mi sentissi realmente colpevole direi che è giusto. E’ apprezzabile che abbiano parlato, però potevano farlo prima. Non mi sembra, e chi mi conosce lo può dire, di aver mai approfittato e abusato di alcun tipo di potere. Intimidazioni è una parola che non voglio sentire. Ho perdonato delle cose a tanti che altri al posto mio li avrebbero sanzionati chissà come. Ho sempre cercato un dialogo sereno e costruttivo, basato anche sull’aspetto umano. Ecco perché a volte m’è venuto di scrivere quei messaggi, anche se a questo punto posso dire che non avrei dovuto. E me ne scuso con tutti".