"Molestata dal prof, lui è ancora in classe. Nessuna deve subire più quelle attenzioni"

Siena, scoppia il caso al liceo artistico ’Buoninsegna’. Ex studentessa racconta tutto: prima temeva ritorsioni a livello scolastico

Uno degli scambi di messaggi tra il professore e l'allieva

Uno degli scambi di messaggi tra il professore e l'allieva

Siena, 23 aprile 2022 - Le molestie erano iniziate quando la studentessa senese era ancora minorenne. Aveva 15-16 anni. Lamentava soprattutto commenti poco adeguati a cose che postava sui social. La facevano sentire a disagio.

"Nel dicembre scorso ha bussato alla porta del Centro anti violenza di Siena riferendo di essere stata oggetto di attenzioni particolari da parte di un professore della scuola che lei aveva frequentato. Quando si è rivolta a noi era già maggiorenne e frequentava l’università. Una cosa accaduta non solo a lei, sosteneva, ma ad altre ragazze che frequentavano l’artistico. Nel periodo in cui studiava lì non si era voluta esporre troppo per paura di subire ritorsioni anche a livello scolastico".

Così Claudia Bassi, operatrice di ’Donna Chiama Donna’, ha ricostruito ieri l’incipit di una vicenda che ha scosso il ’Buoninsegna’. E anche Siena. Ma c’è stata una grande solidarietà di tutti nell’istituto, anche dei maschi che non erano stato ovviamente interessati dalle attenzioni "dimostrando un livello di consapevolezza che ci ha stupito: avevano perfettamente chiaro che il comportamento del docente era inadeguato rispetto al suo ruolo", osserva l’avvocato Claudia Bini che dopo il primo approccio al centro ha fornito il supporto legale.

"Troppo spesso siamo portati a pensare che le battute a sfondo sessuale, perfino pronunciate da persone che hanno un potere, come gli insegnanti sugli allievi minirenni, sia normale. Non è così".

A far scattare la molla della ribellione un video, realizzato e pubblicato sui social nell’autunno 2020. Metteva in luce la violenza verbale e psicologica, molte si erano riconosciute in quelle parole. Ma non era cambiato nulla a scuola. Dato l’esame di maturità nel 2020 e lasciato l’artistico, la ex studentessa non stava bene. Insonnia, disturbi dell’alimentazione, solo un esempio.

Così aveva detto: ’Non deve accadere ad altre’, rivolgendosi a ’Donna chiama donna’. Erano partite le lettere alla dirigente scolastica, alla direzione regionale e provinciale della pubblica istruzione. E il 27 gennaio scorso una pec al liceo dell’avvocato Bini corredata da documentazione "che spiegava i comportamenti molesti sessualmente e inadeguati con le studentesse. Evidenziava, al di là delle eventuali conseguenze penali per il docente coinvolto, una diretta responsabilità della scuola che non avesse protetto i suoi allievi e che avesse permesso ad un proprio insegnante di danneggiarli, invitando i destinatari ad assumere le misure necessarie".

Pochi giorni dopo la lettera firmata da 49 studenti, anche alcuni maschi che hanno mostrato solidarietà, quindi un crescendo finchè non era stata inviata dalla dirigente scolastica la segnalazione alla procura.

"Sa tengo molto lei e non vorrei perdere rapporti per nessun motivo ma il fatto che commenti sempre le mie foto mi mette in difficoltà. Mi auguro che possa accogliere le mie parole senza sentirsi attaccato", rispondeva la ex allieva sui social a lui che le diceva ’quanto sei bella e sensuale’. "Fra questi chi è che insegna e chi è che impara?", chiosa l’avvocato Bini.