Misericordia, pulmino taxi per giovani donne

I volontari senesi indagano sul giallo dei viaggi da Rosia. Il provveditore Valboni: "Viene dal Grossetano, segnalato ai Carabinieri e al presidente Corsinovi"

Il provveditore della Misericordia Valboni

Il provveditore della Misericordia Valboni

Siena, 29 agosto 2020 - Misericordia uguale volontariato. Servizio per gli altri. Risposte ad ogni bisogno, anche alla solitudine. Si è visto nel lockdown, succede così da decenni. Un’onta, dunque, quell’interrogativo affidato ai social, il giorno di Ferragosto, sul gruppo che raccoglie le Segnalazioni di Sovicille. Si cercavano chiarimenti su un «pulmino della Misericordia dei servizi sociali» che tutte le sere, intorno alle 20, così diceva il post, «carica 6 o 7 ragazzette imbellettate. Dove le porta?». Succedeva a Rosia. Una descrizione che aveva dato sfogo alla fantasia dei commenti e delle illazioni, facili da immaginare. Per contro aveva provocato la rabbia e la delusione di quanti – sono tantissimi – ogni giorno tolgono tempo alla famiglia e si dedicano ad aiutare gli altri. Dovevano capire cosa stava accadendo perché nell’intera zona quando dici Misericordia pensi soltanto all’Arciconfraternita di Siena.  «Una storia incredibile su cui era doveroso fare approfondimenti e soprattutto chiarezza», conferma il provveditore Andrea Valboni. Così hanno iniziato ad indagare. «I nostri volontari hanno voluto capire per prima cosa se il pulmino esisteva davvero. Hanno fatto degli appostamenti, più persone», racconta ancora svelando il retroscena di questa vicenda incredibile. Ebbene il pulmino c’era. Eccome. Dopo i primi avvistamenti non era più arrivato a Rosia a prendere le ragazze lasciando il posto ad un’auto. «Finché qualche giorno fa un volontario che abita proprio lì vicino, accorgendosi dell’arrivo di quel mezzo è sceso di corsa per parlare con l’autista. Gli ha chiesto cosa faceva lì con il pulmino che serviva per ben altri scopi. L’uomo, sembrava avere una certa età, per tutta risposta si è subito allontanato lasciando quella sera le giovani che erano scese in strada ad attendere invano il pulmino che sembra appartenere ad una Misericordia della provincia di Grosseto».  Mistero risolto, dunque. La segnalazione aveva radici. E quanto appurato è stato riferito ovviamente dall’Arciconfraternita di via del Porrione ai carabinieri per capire se dietro questi viaggi poteva esserci qualcosa di illecito ma sembra che non sia così. «Certo è che oltre all’Arma – conclude Valboni – ho avvisato dell’incresciosa situazione Alberto Corsinovi, presidente regionale perché la presenza del pulmino nella nostra zona era impropria, essendo di una provincia diversa e di un’altra Misericordia. Sono convinto che non è certo stato autorizzato a quel trasporto. Andava fatta chiarezza poiché la vicenda getta discredito, indirettamente, non solo sulla nostra Istituzione ma su tutte le Misericordie con evidenti danni d’immagine». La voce del referente della sezione di Rosia dell’Arciconfraternita, Roberto Pesci, non si è fatta attendere sui social. «Nè la Misericordia di Siena, né le proprie sezioni operanti nel comune di Sovicille (Rosia e San Rocco) hanno mai svolto alcun tipo di servizio del genere. Nel ribadire l’estraneità ci dissociamo fermamente da questa tipologia che nulla ha a che fare con le attività istituzionali caritatevoli e di assistenza alla persona che contraddistinguono tutto il movimento delle Misericordie».