Scrittrice senese rivela: "Molestie a mia sorella"

La denuncia su Instagram

Marta Zura Puntaroni

Marta Zura Puntaroni

Siena, 7 settembre 2019 - Ha usato i social per denunciare un episodio che ha sconvolto la vita della sorella, ma offese e insulti sono state alcune delle risposte ricevute su Facebook. La scrittrice Marta Zura-Puntaroni, che vive a Siena - ha studiato letteratura ispanoamericana, lavora come social media manager nel campo della moda e cura il blog ’Diario di una Snob’ - racconta ai suoi 32mila followers su Instagram che la sorella dopo aver acquistato alcuni mobili dell’Ikea, è stata importunata dagli operai che erano arrivati a casa sua per montarli. La prima domanda che gli operai avrebbero rivolto alla ragazza è stata: «Tesoro, bellezza, dove è il tuo fidanzato? Perché sei sola?». Seguita da avances e battute fuori luogo. Sostenevano anche che la ragazza dovesse pagare subito in contanti il montaggio - nonostante lei avesse già pagato online il servizio - perché «i mobili erano di più di quelli che Ikea aveva segnalato a loro».

Chiamato immediatamente il servizio clienti della multinazionale svedese che le ha confermato il pagamento, gli operai si sono comunque rifiutati di concludere il lavoro e se ne sono andati lasciandole alcuni mobili non montati.

Sono state tantissime le ragazze che hanno subito contattato Marta privatamente su Instagram per raccontarle di essere state vittime di analoghe situazioni; tante anche quelle che hanno ripostato la storia nelle proprie per diffondere l’accaduto. Su Facebook invece l’empatia nei confronti di Marta e della sorella è stata velocemente sostituita da offese e attacchi, da «Come era vestita tua sorella?», «Erano solo dei complimenti, dai», a «Fai polemica perché vuoi solo visibilità».

Marta racconta il tutto con nervosismo, confida che un episodio simile era capitato anche a lei nel 2010, all’età di 21 anni a Siena. Rimasta sola in casa con un muratore, era stata avvicinata e poi sbattuta al muro. Con un calcio era riuscita a divincolarsi per poi chiudersi in camera. Se a quel tempo, però, ammette di aver liquidato l’accaduto, questa volta la rabbia è troppa per non denunciare, per il momento, sui social.

Ikea Italia ha preso contatti con la sorella, per poter risalire agli operai responsabili delle molestie. E si spera per prendere dei provvedimenti.

 

C.U