Marco Saletti, il medico tamburino. Il ’passo di Piazza’ dell’Istrice

Una foto una storia Stimato allergologo, entrò nel Campo 11 volte nella comparsa di Camollia

Marco Saletti, il medico tamburino. Il ’passo di Piazza’ dell’Istrice

Marco Saletti, il medico tamburino. Il ’passo di Piazza’ dell’Istrice

Sappiamo benissimo che Marco Saletti è noto e stimato medico, con specializzazione in Allergologia e Immunologia, ma per l’immaginario collettivo senese e paliesco rappresenta quel piccolo quanto vissuto gruppo di personaggi che, in certe generazioni, suscitano ricordi che vanno oltre il rione. Per la nostra generazione Marco Saletti è stato un eclettico tamburino di piazza, sicuramente innovatore per il modo di interpretare soprattutto il cosiddetto ’passo di Piazza’; non solo cadenzato e solenne come si conviene, ma anche elegante, fortemente estroso e sempre riconoscibile.

La Contrada dell’Istrice, vedi l’esempio di Roberto Panti, ha sempre una scuola importante e con numerosi ottimi interpreti. Non era facile arrivare a vestire la montura di Piazza: così Saletti, che ha esordito in questo delicato ruolo il 2 luglio 1971 con gli alfieri Aldo Bolognesi e Marco Gradi, dopo la lunga presenza di Paolo Martelli, altro grande tamburino di Camollia, si è via via alternato ad altri protagonisti, come Patrizio Mainò e Walter Manni, entrando dalla fatidica bocca del Casato ben undici volte, fino al 2 luglio 1981 con gli alfieri Alessandro Malatesta ed Enzo De Risi. Sempre con il suo inconfondibile rullo, che preannunciava in modo originale l’arrivo della Contrada dei quattro colori.

Certo che nella vita ha fatto ben altro; ricordiamo un ottimo assessorato alla cultura alla Provincia, in una sua proficua parentesi politica, ma per chi ha ricordi leggendari di certe stagioni anni Settanta, Saletti è il segno della passione che diventa suono indimenticabile.

Eccolo ritratto da Augusto Mattioli per la Carriera dell’agosto 1975, in un momento felice per il rione di Camollia che aveva vinto il Palio di luglio con Ragno e Rimini. Nell’iconografia delle Contrade di quel decennio, che ha dato molto all’immagine odierna, sappiamo che la bellezza si racchiude spesso nel suono di un tamburo, nel ritmo di una festa che proprio in quel periodo stava inesorabilmente cambiando. Il colpo di coda di un mondo antico, che sapeva mettere assieme gravità e grazia, proprio come deve essere la Festa del Palio, quella vera. Se poi l’eleganza è non apparire ma farsi ricordare, con il tamburo di Marco Saletti siamo sulla strada giusta. C’è sempre un filo rosso che unisce Francesco Galardi e David Tanganelli, i tamburini di questo 2023 dell’Istrice, a chi ha indossato nel passato la stessa montura, un filo di passione e di malcelato estro.

Massimo Biliorsi