Maltratta la sua donna incinta Condannato a 2 anni e 9 mesi

Il 47enne assolto per stalking, prescritto il reato di lesioni. La coppia ora ha lasciato Chianciano

di Laura Valdesi

SIENA

Due persone che faticavano a stare lontane ma, una volta, insieme, il cocktail di sentimenti non funzionava. Ed erano scintille. Litigi, anche botte. La nascita di un bambino non aveva fatto da collante. Anzi. Una relazione, quella tra un 47enne di Chianciano ed una 33enne, finita in frantumi. Entrambi hanno ormai lasciato la cittadina termale, teatro degli episodi ricostruiti nel lungo processo in tribunale che si è concluso ieri con la condanna per maltrattamenti del 47enne difeso dall’avvocato Paolo Bufalini. Il giudice Andrea Grandinetti ha deciso una pena di 2 anni e 9 mesi solo per quest’ultimo reato, assolvendolo dall’accusa di stalking mentre quella di lesioni era ormai prescritta. Fra quindici giorni le motivazioni che saranno il condensato di racconti e ricostruzioni anche abbastanza faticose. Basta pensare che la vittima, che si è ormai trasferita all’estero, è dovuta tornare a Siena per deporre nuovamente in quanto le sue dichiarazioni non erano state considerate utilizzabili. Fra le accuse rivolte all’uomo quella di averle detto di interrompere la gravidanza. Ma la 33enne ha escluso nella recente testimonianza questo aspetto della vicenda. Proprio mentre aspettava il suo bambino però era nata una discussione fra i due. Lei l’avrebbe provocato, asserendo addirittura che non sarebbe stato il frutto del loro amore la creatura che portava in grembo. Di qui lo schiaffo che l’uomo le avrebbe assestato facendola cadere in terra. "Più che maltrattamenti in famiglia si è trattato di una reazione a quanto detto dalla convivente", la ricostruzione dell’avvocato Bufalini nella sua appassionata difesa.

A scatenare il comportamento del 47enne sarebbe stata soprattutto la gelosia. Perciò l’avrebbe aggredita e colpita ripetutamente ma non ci sarebbero state prove dello stalking. Nel corso del dibattimento è emerso anche che la vittima si rivolse ad ’Amica donna’ recandosi in una casa protetta ma dopo un mese si pentì e disse all’ex che lì non poteva restare, riprendendo la convivenza nel 2016.