Siena, 20 settembre 2024 – Dopo anni da pendolare, superato il concorso per entrare di ruolo, Marzia Librio, 37 anni, residente a Chianciano Terme con il marito e due figli piccoli, finalmente ha avuto la cattedra all’Istituto statale di Istruzione superiore ’G. Marconi’ di Seravezza (Lucca). Ma per restare accanto alla famiglia, ha scelto l’incertezza dell’assegnazione temporanea.
“Sono laureata in Comunicazione pubblica e digitale d’impresa – racconta l’insegnante –. Prima ho lavorato nel settore alberghiero, poi ho scelto la scuola perché nel frattempo sono diventata mamma”. Iscrittasi nel 2020 alle graduatorie provinciali scolastiche nella materia di Accoglienza turistica, Marzia è stata subito chiamata per un incarico nella sezione del ’Ricasoli’ dentro il carcere di Ranza: “Ogni giorno mi mettevo in auto alle 5,30 del mattino per andare a San Gimignano – racconta –. Il rientro a Chianciano era verso le 16. Per un anno ho fatto 300 km al giorno”. All’epoca Marzia era mamma di Mathias, che lasciava al marito Andrea: “Lui fa il barman, quindi chiedeva permessi e cambi di turno per restare con il bimbo fino al mio rientro a casa”.
Riconfermata al ’Ricasoli’ di Ranza e Colle anche l’anno seguente, Marzia è rimasta incinta di Nicole, che oggi ha 2 anni: “Avendo una gravidanza a rischio, i medici mi hanno messo subito in maternità”. Ciò nonostante, Marzia è andata a Livorno due giorni prima del parto cesareo per la prova scritta del concorso: “Se non mi presentavo, equivaleva a una rinuncia e non sarei diventata di ruolo – spiega –. Mentre per la prova orale e pratica ho dovuto andare a Velletri 15 giorni dopo il parto. Ho portato con me Nicole per allattarla”.
Entrata come insegnante di sostegno, a settembre 2023 Marzia ha ottenuto la cattedra di ruolo al ’G. Marconi’ di Seravezza: “Eravamo già con le valigie pronte, ma non siamo riusciti a trovare casa – dice con amarezza –. Mio marito era pronto a lasciare il lavoro per trovare qualcosa là. Avevamo anche pensato a fare il mutuo per comprare casa a Seravezza, ma era troppo impegnativo”. Per tre anni Marzia non può chiedere la mobilità che le consentirebbe di avvicinarsi a casa: “Ho scelto l’assegnazione temporanea per il sostegno all’Artusi di Chianciano – conclude –, cosa possibile solo perché Nicole è ancora piccola. Certo, così vivo nell’incertezza, ma almeno sono vicina alla mia famiglia”.