Taglia sul lupo, il Wwf contro l'allevatore: "Potremmo denunciarlo"

"Promettere una taglia è un reato, stiamo valutando con i nostri legali"

L’allevatore Mario Mori

L’allevatore Mario Mori

San Casciano dei Bagni (Siena), 21 ottobre 2021 - Una taglia su un lupo, come per i banditi nel Far West. Inevitabile la polemica in una terra, la Toscana, dove il problema sembra irrisolvibile: da una parte la natura e una specie protetta, dall'altra le esigenze degli allevatori. Uno di questi, Mario Mori, di San Casciano dei Bagni, ha provocatoriamente promesso una ricompensa di 3mila euro per la consegna del lupo vivo, mille se morto.

Immediata la replica del Wwf Italia: "Condanniamo duramente le dichiarazioni dell'allevatore di bestiame. Promettere una "taglia" per l'uccisione di un lupo non è una semplice provocazione né una sfida come ha dichiarato il signor Mori, ma un reato. Il lupo è una specie particolarmente protetta dalla legge e la sua cattura, detenzione e uccisione sono illegali, oltre ad essere eticamente riprovevoli. Chi incita a compiere questo reato grave e odioso, infatti, può essere denunciato per "istigazione a delinquere", un'ipotesi che il Wwf sta valutando con i propri legali".

"Quanto dichiarato dal Mori - prosegue il Wwf - è anche offensivo nei confronti di tutti quegli allevatori (come i membri dell'associazione DifesAttiva) che ogni giorno lavorano per garantire una coesistenza pacifica. Per poter ottenere misure di prevenzione e indennizzi sono disponibili fondi pubblici. Inoltre uccidere un lupo potrebbe peggiorare gli impatti sugli allevamenti, destrutturando la struttura sociale dei branchi, come dimostrato da alcuni noti studi scientifici in Europa e Nord America".