Long Covid, quando i guariti non guariscono "Sarà la patologia dei prossimi dieci anni"

Da Andrea Crisanti a Giovanni Di Perri, microbiologi e accademici a convegno sul colpo di coda del virus: "Pericarditi, eruzioni cutanee e dolori"

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SIENA

Hanno fra i 55 e i 65 anni. Lamentano stanchezza, astenia cronica, a volte palpitazioni e tachicardia. Ma anche dolori al torace, pericardite ed eruzioni cutanee. Sono questi in media, i sintomi dei pazienti affetti da ’Long Covid’ seguiti da Cristina Lenzi, medico senese e responsabile del centro prevenzione del Gruppo medico Performance. A Siena è fra i medici che tentano di curare e monitorare quella che Lenzi stessa definisce "la patologia dei prossimi 10 anni". Cioè? Il colpo di coda lasciato dal virus sul corpo di chi è stato positivo. "È stato dimostrato che il 75 per cento dei positivi – spiega – dopo una Tac polmonare ha mostrato esisti di cicatrici nei polmoni". Gli stessi minuscoli microtrombi che in alcuni pazienti sono stati registrati a livello delle articolazioni, causando eruzioni cutanee.

Proprio il Long Covid e le relative dinamiche e percorsi di guarigione a medio lungo termine sono stati i protagonisti ieri all’hotel Garden dell’incontro organizzato dal Gruppo Medico Performance, con il patrocinio dell’Ordine dei medici di Siena. Tanti gli specialisti del settore giunti a Siena per l’occasione, a partire dal professor Andrea Crisanti (nella foto), direttore della Uoc microbiologia e virologia dell’Università di Padova e volto televisivo noto al grande pubblico. Al centro del dibattito anche la terza dose.

"La sua necessità e – ha spiegato Crisanti – deriva sostanzialmente da ciò che stiamo vedendo accadere in Israele e nel Regno Unito, laddove la maggior parte della popolazione si è vaccinata tra dicembre e gennaio e quindi a partire dal sesto settimo mese dopo la seconda dose si è visto un numero crescente di infezioni e ricoveri. La conclusione è quindi che il vaccino ha circa questa durata temporale, confermata anche da uno studio importante. La terza dose è una esigenza di protezione ma anche di sanità pubblica".

Poi su un altro tema di strettissima attualità. "Sul Green Pass la mia posizione è chiara – prosegue Crisanti – è una misura usata per indurre i cittadini a vaccinarsi. La certificazione non serve a creare ambienti sicuri, se facciamo durare il Green Pass un anno, invece di sei mesi, creiamo una contraddizione logica in cui possono insinuarsi le argomentazioni di coloro che sono contro il vaccino ed il certificato stesso".

Al convegno presente anche Giovanni Di Perri, senese e primario di Malattie infettive dell’Università di Torino. "Il polmone è l’organo che potrebbe avere più conseguenze ma in realtà esse possono essere molteplici. Ci sono tante disfunzioni causate dalla malattia che lasciano traccia per mesi: dobbiamo avere pazienza e attenzione. La sensazione è che ci sia un denominatore di lesioni comune, nei vari casi di Long Covid, dovuto al danneggiamento dei vasi più piccoli che, in funzione dell’età, hanno dei tempi di recupero e rigenerazione diversi. Esistono inoltre variabili individuali: soggetti che hanno, per esempio, broncopatie croniche ostruttive o diabete presentano fattori che contribuiscono ad avere tempi maggiori di recupero dall’infezione. Importante essere qui a parlare di questi aspetti, che vanno oltre la malattia in sé".

Per Emanuele Montomoli, docente di igiene all’Università di Siena e Cso di Vismederi "la terza dose è il completamento naturale del primo ciclo vaccinale e serve per garantire una risposta immunitaria completa e duratura nel tempo. Ci sono evidenze che dopo le prime due dosi la risposta immunitaria può cadere". Infine Cristina Lenzi, responsabile del centro prevenzione Gruppo Medico Performance. "Siamo orgogliosi di aver organizzato un tale evento, voluto per parlare del dopo Covid. Vanno programmati follow up per chi è stato ricoverato in terapia intensiva, ma anche per i più giovani che non riescono più a fare attività sportive. Siena può essere decisiva in questo aspetto in un panorama nazionale e non solo".

Guido De Leo