
L’estate senese povera di eventi Solo la Chigiana ha regalato musica Il flash back con Cristina D’Avena
di Riccardo Bruni
La sensazione è che all’estate 2023 sia mancato qualcosa, a Siena. A parte qualsiasi discorso sulle presenze turistiche, sui prezzi e gli scontrini, sull’offerta che ogni città d’arte è chiamata a mettere in campo per visitatori sempre più frettolosi di ripartire verso altri lidi, a scorrere via in modo quasi distratto è stata l’offerta di eventi rivolta prima di tutto alla città. A chi, cioè, ha visto restringersi in modo direttamente proporzionale alla propria capacità di spesa il periodo da passare in villeggiatura sulla costa.
E a giudicare dai numeri registrati lungo la costa, a rimanere a casa non sono stati in pochi. A parte la stagione musicale proposta dall’Accademia Chigiana, con un sontuoso programma di oltre cento concerti e ospiti arrivati a Siena da tutto il mondo, con un migliaio di musicisti coinvolti e le dirette Rai da Piazza del Campo, su altri fronti l’offerta è stata piuttosto moscia. Senza nulla togliere a Cristina D’Avena che ha riportato in Fortezza gli anni Ottanta con le sue sigle dei cartoni animati, fa semmai riflettere il fatto che quello sia stato uno degli eventi clou di quanto offerto, quantomeno sul piano più popolare.
Il cambio di regia in Fortezza si è sentito, e mentre l’associazione Pro+ che se ne era occupata fino all’anno scorso ha allestito a Castelnuovo Berardenga un Chianti Funky Summer Festival di tutto rispetto, a Siena sono mancati spettacoli come quelli proposti a luglio 2022, insieme all’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality e Vernice Progetti, quando nell’arena senese sono arrivati Achille Lauro, i Calibro 35 e Madame. Questo mentre il Lars Rock Fest ha portato ai Giardini Pubblici di Chiusi Scalo diecimila presenze in tre giorni di musica (a ingresso gratuito) e nel resto della provincia andavano in scena, tra le altre cose, il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, il Jazz & Wine di Montalcino, la Posta Letteraria di Radicofani, un Torrita Blues davvero memorabile e a Bagno Vignoni si stava preparando la quattordicesima edizione de ‘I colori del libro’.
Eppure, di materia prima ce n’era anche parecchia, per esempio al Siena Jazz, con una stagione di seminari internazionali costellata di grandi ospiti, rimasta però in parte vittima delle vicissitudini interne all’associazione e, forse, non valorizzata in modo adeguato. Il pubblico non è mancato, ma un programma del genere avrebbe potuto aprirsi molto di più anche al di fuori del mondo di appassionati, aspirando a uno scenario più ampio e più condiviso con la città, e non solo. Un senso di scollamento, insomma, che si è tradotto in un limite anche per altre iniziative, che pure qua e là ci sono state.
Di certo le elezioni amministrative piombate a Siena a fine maggio non hanno aiutato a garantire una cabina di regia solida per una stagione che a quel punto era già in rampa di lancio. Ma l’idea è che sia necessario un cambio di passo che restituisca a Siena ruolI da protagonista.