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Leocorno, oggi il giro della vittoria I mangini e i retroscena del Palio

Oddo: "Sono salito sul palco dei capitani già a metà Carriera, Bari era pietrificato". Foto al Duomo alle 10.30

di Laura Valdesi

SIENA

Tutto pronto. La pioggia alle spalle. E il giro della vittoria interrotto dalla bufera giovedì oggi riprenderà da dove si era fermato. Alle 9,30 il popolo di Pantaneto sarà nel Drago, alle 9.50 nell’Oca. E via nella Selva (ore 10.15), alle 10.40 nell’Aquila, alle 11 nell’Onda, venti minuti più tardi nella Chiocciola prima di concludere la mattinata in Pantera alle 11.45. Lo scatto al duomo? Alle 10.30. Rullo di tamburi alle 16.45: il giro riprende per essere alle 17 in Giraffa, alle 17.25 nel Bruco, arrivando alle 17.45 nella Lupa e alle 18.10 nell’Istrice. L’ultima tappa nella Tartuca per l’ora dell’aperitivo.

"Dopo un mese di luglio molto sofferto per via del Palio non corso, ci siamo stretti intorno alla dirigenza lasciando fuori le polemiche. Ed è arrivato il trionfo che segna la rinascita della Contrada. Come se ci fossimo risvegliati all’improvviso dopo l’ultima vittoria e tutto fosse uguale", racconta Andrea Simoni. Lavora in uno studio di consulenza, 45 anni, è uno dei quattro mangini di Massimo Bari. "Dedico la vittoria a tutti i giovani che non sapevano cosa voleva dire vincere. Io ne ho già visti quattro di successi a 16,18, 23 e 25 anni", aggiunge. "Sono stato il trait d’union fra i lecaioli e lo staff, come mangino del popolo. Ho parlato con tutti anche nei momenti di difficoltà, ribadendo che avevamo lavorato a 360 gradi", rivendica. Se lui è l’anello di congiunzione c’è anche "il contabile, Marco Minucci – descrive i colleghi –, controlla che tutto torni. Anche per quanto riguarda i ’partiti’. Poi il burbero-buono Roberto Oddo che, unitamente a Raffaele Gambini, rappresenta il ’cuore’ tecnico del gruppo". Questi ultimi ad agosto erano sul palco dei capitani. "Stranamente tranquillo, dopo aver visto la mossa ho detto a Raffaele ’si vince di mezzo giro’. A metà Palio sono salito sul palco insieme ai capitani perché Tittia non sbaglia mai. Mi sono messo dietro a Bari che era pietrificato e si teneva al palco. Tre anni a fare riunioni e incontri senza correre è stata durissima per cui la soddisfazione ora è immensa. Tittia l’ho incontrato in Duomo e gli ho detto ’sei un mostro’", svela il retroscena Oddo, 59 anni, che lavorava a Gsk, ora in pensione. Ha vinto tre Palii da barbaresco – 2000, 2001 e 2007 –, uno da alfiere e nel 1995 portò Bella Speranza.

"Avevo messo io il barbero del Leocorno dentro la fiasca che decide la mossa. Siccome danno la possibilità di muoverla, tra l’altro mi aveva chiesto espressamente Tittia di andare, ho riflettuto se scuoterla o meno. L’ho fatto poi in modo così energico che un’addetta del Comune mi voleva fermare. Quando c’è stata la chiamata al canape sentivo addosso la responsabilità", spiega Marco Minucci, 55 anni, bancario. Alfiere di Piazza con l’attuale capitano, tre Minimasgalano insieme. Dedica il Palio anche "ai compagni di viaggio precedenti, ero mangino di Bruno Mazzuoli, insieme a Carlo Locatelli e Fausto Iannaccone".

Geometra e per passione gentlemen Raffaele Gambini, 38 anni, il più giovane dello staff. Ricorda "di essere rimasto abbastanza freddo sul palco finché Tittia non ha girato all’ultimo Casato. Ero convinto che facesse la prestazione, la stalla ha lavorato in modo eccelso". Svela che la forza del Leocorno, dirigenza e popolo, "è stata la positività. Nel nostro gruppo pregi e difetti si sono poi compensati diventando forza. E’ stato il Palio dell’unione. Tutto per i nostri ragazzi che sono il futuro.