PINO DI BLASIO
Cronaca

Le predelle della Maestà di Duccio tra i capolavori a New York e Londra

A ottobre la mostra ’Siena: The rise of painting’ avrà anche l’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti

Le predelle della Maestà di Duccio tra i capolavori a New York e Londra

Le predelle della Maestà di Duccio tra i capolavori a New York e Londra

Chi ha visitato il Metropolitan di New York nell’autunno del 2019 aveva già visto locandine e manifestini sull’imminente mostra dedicata all’arte senese e alla nascita della pittura moderna. Poi venne la pandemia, il mondo si rinchiuse nel lockdown e di quella mostra non si seppe più nulla. Fino a quando le richieste firmate da Stephan Wolohojian, l’esperto di arte del Rinascimento e direttore del Metropolitan Museum di New York, hanno ricevuto le risposte dagli enti senesi. Wolohojan è il curatore della mostra ’Siena: The Rise of Painting’, a New York dal 7 ottobre al 26 gennaio 2025, e poi alla National Gallery di Londra, dall’8 marzo al 22 giugno 2025. Sui social e sui siti le date sono da tempo pubblicate. E la mostra londinese sarà curata da Caroline Campbelli, oggi direttrice della National Gallery a Dublino, assieme alla storica, autrice di saggi su Simone Martini, Joanna Cannon.

Questa è la parte internazionale sull’ascesa dell’arte senese nel XIII secolo, la madre di tutte le arti figurative che sarebbero fiorite dopo. Ma i curatori da New York e Londra sono da mesi in contatto con i custodi dei tesori dell’arte, da Duccio ai Lorenzetti, da Simone Martini ai tanti allievi dei maestri. Il primo interlocutore è stato il rettore dell’Opera del Duomo, il professor Giovanni Minnucci.

"Mi dà un po’ fastidio che si parli delle mostre sull’arte senese al Metropolitan e alla National Gallery - replica Minnucci dal luogo in cui è in vacanza - senza chiedere lumi all’Opera del Duomo. A noi hanno chiesto in prestito le quattro predelle che stanno ai lati della Maestà di Duccio. Previo il placet della Soprintendenza, noi le abbiamo concesse. Ma in cambio abbiamo richiesto le tre predelle che sono conservate nei musei di Londra e di New York, per una grande mostra che allestiremo nel 2026. Ci penserà il mio successore, visto che il mio mandato da rettore scade nel 2025". Minnucci è seccato anche perché è passata sotto silenzio la grande operazione messa in piedi dall’Opera del Duomo sulla Maestà. "Abbiamo affidato all’Opificio delle Pietre dure un’indagine ad ampio spettro sul capolavoro di Duccio. Per scoprire cosa c’è sotto, quante volte ha ripensato un volto, ha ridipinto un dettaglio. I risultati di quell’indagine saranno argomento di tanti studi".

Secondo interlocutore e prestatore di capolavori per i musei di New York e Londra, Axel Hémery, direttore della Pinacoteca Nazionale. "Noi abbiamo concesso in prestito, sempre dietro il placet della Soprintendenza, ’L’Annunciazione’ di Ambrogio Lorenzetti. Avevo altre richieste ma non ho concesso ulteriori prestiti. Cosa mi hanno richiesto da New York? La ’Piccola Maestà’, sempre di Ambrogio Lorenzetti, e la ’Madonna dei Francescani’ di Duccio. Ho considerato le richieste eccessive, trattandosi di opere identitarie". Hémery ammette anche di non aver chiesto opere in cambio al Metropolitan e alla National Gallery. "Lavoro su altri progetti - spiega il direttore della Pinacoteca - e non avevo intenzione di chiedere opere particolari. In questi casi si matura un credito nei confronti dei musei. Quando avrò un progetto, busserò alla loro porta".

Terzo prestatore di capolavori, don Enrico Grassini e il Museo Diocesano. "Non voglio anticiparle nulla - replica immediatamente alla domanda - dirò tutto quando presenteremo domani il nuovo allestimento del Museo. Le confermo solo che presteremo quattro o cinque opere al Metropolitan e alla National Gallery. Una è la testa frammentaria del Crocifisso di Lando di Pietro, scultura lignea custodita nel Museo dell’Osservanza".