Le lezioni di Tabucchi, tra film e capolavori

Dieci anni fa la scomparsa dell’autore di ’Sostiene Pereira’, docente di Lingua e letteratura portoghese alla facoltà di Lettere

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Alla memoria servono punti di riferimento, per ricordare. Servono ricorrenze, date, decennali. Come quello che quest’anno ricorre per Antonio Tabucchi, scomparso il 25 marzo del 2012, che fino a pochi anni prima aveva insegnato lingua e letteratura portoghese all’Università di Siena. Era arrivato nel 1991, chiamato dal preside della facoltà di Lettere, Maurizio Bettini. Sarebbe rimasto fino al 2005. E allora ecco che il decennale della sua scomparsa è anche un momento senese, un’occasione per ripercorrere quegli anni. Anni straordinari, sia per lo stesso Tabucchi, che in quel periodo scrisse il suo capolavoro ‘Sostiene Pereira’ (uscito nel 1994), sia per l’Università di Siena, che con l’arrivo della facoltà di Scienze della comunicazione conobbe, grazie anche a docenti come Omar Calabrese (anche per lui, tra l’altro, ricorre il decennale della scomparsa), un periodo d’oro più o meno come quello che accompagnò la nascita della facoltà di Lettere, dove Franco Fortini con un corso monografico sulla poesia di Manzoni inaugurò la docenza di Storia della critica letteraria.

"Personaggi importanti – commenta Maurizio Boldrini, giornalista e docente di Giornalismo e nuovi media all’ateneo senese – che hanno sicuramente lasciato un segno profondo, forse più all’interno del mondo accademico che in città, ma sicuramente nei loro studenti. Era un’università diversa, non ancora di massa, e c’era anche un rapporto personale con i professori. Al suo primo corso, Fortini aveva sette iscritti. Però poi li trovavi, questi personaggi, al tavolo del bar a parlare di letteratura".

‘Sostiene Pereira’ uscì nel 1994. Una lunga lista di premi e traduzioni, per la storia di un redattore culturale che lentamente prende coscienza del regime salazarista. Un inno alla libertà di pensiero e di espressione, che proprio in quegli anni, durante un’infuocata campagna elettorale, divenne un testo di riferimento per gli oppositori di Berlusconi (contro il quale lo stesso Tabucchi prese la parola), e da cui nel 1995 Roberto Faenza trasse un film con Marcello Mastroianni nel ruolo del protagonista. Intervistato dal redattore de La Nazione nel suo ufficio a Lettere, Tabucchi disse che era l’attore più adatto per quel ruolo. E proprio ai giornalisti senesi faceva ricorso, con telefonate anche in piena notte, per le informazioni di cui aveva bisogno durante la stesura del romanzo poliziesco ‘La testa perduta di Damasceno Monteiro’. "Voleva sapere – ricorda Boldrini – come funzionava la cronaca nera in un quotidiano". Tutto questo, mentre la mattina insegnava ai suoi studenti in aula, tra un viaggio e l’altro, e soprattutto mentre portava avanti le sue idee su riviste e giornali, senza risparmiarsi. "Era sempre molto attivo – ricorda Boldrini – mi mandava per fax i suoi appunti scritti in una calligrafia illeggibile e io dovevo tradurli per inviarli, per esempio, a MicroMega. Aveva una formazione libertaria. Era contro ogni forma di abuso di potere. E attraverso la sua attività portava ovviamente una certa attenzione anche sul contesto senese. Ma purtroppo, ci troviamo di fronte al fatto che tutte le sue preziose carte originali, appunti e quaderni, si trovano tra Parigi e Lisbona, e a Siena non è rimasto niente".

Nessuna traccia materiale, quindi. E questo rende ancora più preziose quelle impresse nella memoria. I decennali dovrebbero arrivare più spesso.

Riccardo Bruni