PINO DI BLASIO
Cronaca

L’assemblea di Estra va deserta Il cda si riunisce per le nuove date

Arezzo e Prato puntano al 19 e 20 giugno, Siena prende tempo. E si mette di traverso sulla multiutility

L’assemblea di Estra va deserta  Il cda si riunisce per le nuove date
L’assemblea di Estra va deserta Il cda si riunisce per le nuove date

di Pino Di Blasio

L’assemblea dei soci di Estra, in seconda convocazione, non è neanche iniziata. Come annunciato alla vigilia, Intesa non era pronta a sciogliere il nodo per il nuovo consiglio d’amministrazione. E, di conseguenza, Prato con Alia e Arezzo con Coingas, oltre a Ancona, non si sono presentate all’appuntamento. Toccherà al consiglio d’amministrazione decidere, l’8 giugno, una nuova data per definire la governance della holding dell’energia: gli altri soci forti prevedono che si v ada il 19 in prima e il 20 giugno in seconda convocazione. Ma i Comuni senesi, soci di Intesa, non hanno la stessa convinzione. Dietro il rinvio non c’è solo il fatto che Siena deve ancora scegliere la nuova giunta, dopo che ha eletto il nuovo sindaco. C’è soprattutto una visione strategica diametralmente diversa rispetto a Prato e Arezzo. E c’è anche l’intenzione di non accettare supinamente una retrocessione pesante nella futura governance della holding.

Ormai il patto tra Arezzo e Prato, con Ancona che indirizza il suo 10% dalla parte dove spira il vento, sembra sancito. Francesco Macrì scalpita per ritornare presidente di Estra. E’ diventato ancora più forte, non solo per essere uscito indenne da tutti i processi; ma anche per le sue relazioni nazionali con il governo Meloni e con diversi ministri. La nomina nel cda di Leonardo è stata un viatico per assegnargli il ruolo di ’regista’ per Fratelli d’Italia nelle partite istituzionali e politiche non solo ad Arezzo. Tanto che Macrì è pronto a disegnare anche il futuro politico per il sindaco Alessandro Ghinelli: o candidato al Parlamento Europeo, con chance di elezione, oppure alfiere di una lista civica alle prossime elezioni regionali, che supporti la corsa di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, verso la presidenza della Toscana.

Con Prato e Alia il patto si estende anche a Firenze. Francesco Macrì è pronto a dare un colpo di acceleratore alla multiutility toscana, facendo salire al 64% le quote del capitale di Estra (non contando il 10% di Ancona) che potrebbero passare alla cassaforte di Alia, embrione della holding dei servizi. Considerando che il nome per il cda indicato da Prato è quello del presidente di Alia, Nicola Ciolini, che punta scopertamente alla carica di amministratore delegato, la strategia è lampante. Per di più Ciolini vorrebbe anche accorpare nel ruolo di ad anche il direttore generale, che oggi è Paolo Abati.

A Siena e alla maggioranza dei Comuni di Intesa questa strategia è indigesta. Il primo punto che sarà ribadito in assemblea è la strategia ’stand alone’ per Estra. Non c’è nessun bisogno di multiutility e alleanze, la società può continuare benissimo da sola e conquistare nuove fette di mercato nell’energia. E siccome serve il 78% per nominare il consiglio d’amministrazione e una percentuale ancora più alta per aderire alla multiutility, i veti di Siena per ora pesano. Anche sul cda, i sindaci di Intesa (con in prima fila David Bussagli e Giuseppe Gugliotti) non accettano supinamente un ridimensionamento così brusco: dall’ad e presidente protempore, a un vicepresidente, non previsto nemmeno nello statuto, più il presidente del collegio. "Se non dall’amministratore delegato - dicono da Intesa - ripartiamo almeno da un ruolo forte nella governance di Estra. Un accordo si può trovare, dopo un confronto tra i soci e una negoziazione con pari dignità". I sindaci dicono di avere un nome forte per il cda di Estra. E’ finito solo il primo tempo, c’è la ripresa da giocare.