L’appello del tatuatore: "Attenzione agli abusivi"

Antonini, giovane professionista senese: "Pericoloso affidarsi a persone che non rispettano le regole e soprattutto le norme igienico-sanitarie".

L’appello del tatuatore: "Attenzione agli abusivi"

L’appello del tatuatore: "Attenzione agli abusivi"

"Abbiate cura del vostro corpo, con consapevolezza": un appello forte e chiaro quello di Giacomo Antonini. Giovane tatuatore senese, ha aperto il suo studio sei anni fa. Il suo settore, superata la crisi figlia della pandemia, si è ripreso alla grande: i disegni sulla pelle continuano a piacere, anzi piacciono sempre di più (si prevede che il mercato globale passerà dai 2,04 miliardi di dollari del 2023 ai 3,93 entro il 2030), una moda da seguire, soprattutto per i giovani, anche grazie alle celebrity che ne fanno sfoggio. Con l’aumento di domanda e offerta, però, sono aumentati anche "coloro che svolgono la professione in casa, nel mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie richieste".

"È capitato più volte che si siano presentate nel mio studio persone con infezioni alla pelle o tatuaggi mal riusciti da coprire, perché effettuati a un prezzo più economico, ma a forte rischio. Quando succede, il mio consiglio è sempre di andare dal dermatologo, o comunque di seguire determinate procedure. Per legge, il nostro lavoro non può essere svolto all’interno di un’abitazione, dove non è possibile rispettare le norme igienico-sanitarie. Non basta disinfettare il banco o passare l’aspirapolvere; tatuare non è un gioco, in ballo c’è la salute delle persone".

Non solo. "I problemi possono essere immediati, come le infezioni – ha aggiunto Antonini –, ma possono venir fuori anche successivamente, vedi malattie come l’hiv e l’epatite. Non è uno scherzo: noi professionisti abbiamo normative rigide e protocolli da rispettare. Per esempio, abbiamo uno smaltimento dei rifiuti speciali, come aghi, garze, sangue, anche per tutelare la salute di chi li ritira. Paghiamo fiumi di soldi apposta, senza considerare le tasse. Tanti colleghi hanno perso clientela, io no per fortuna, almeno per adesso: il mio è un discorso di salute e di rispetto per la categoria che rischia di essere additata".

"La cosa che più mi rammarica – ha proseguito – è che chi di dovere non fa niente; vorremmo invece essere tutelati. I finti professionisti, o peggio ancora gli abusivi, hanno addirittura profili social. Del resto sono principalmente i giovani, o anche gli studenti, persone con una minore disponibilità economica, a bussare alla porta di una casa anziché a quella di uno studio". Un problema che si insinua nelle frange dei numeri. "Sei anni fa, quando ho aperto eravamo otto studi, nell’arco di 30-35 km – afferma –, ora siamo una trentina. Di irregolari, che spuntano di continuo, 40-50 ci saranno. E non è neanche escluso che ci sia chi opera senza il diploma, magari avendo imparato tramite tutorial su YuoTube".

A.G.