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L’anno dell’intelligenza artificiale. Magrini e il libro per saperne di più

Sarà presentato in Biblioteca il 16 febbraio con il professor Gori. "Recuperiamo il senso del limite"

L’anno dell’intelligenza artificiale. Magrini e il libro per saperne di più

C’era una volta, in un film che ebbe successo, Hal 9000. E adesso c’è davvero. L’intelligenza artificiale sta rapidamente entrando in molti aspetti delle nostre vite, spesso senza neanche che se ne abbia completa consapevolezza. E nel corso dell’ultimo anno alcuni fattori hanno comportato una certa accelerazione in questa tendenza. Ne parla Daniele Magrini, giornalista senese, nel suo nuovo libro ‘L’anno dell’intelligenza artificiale’ (Primamedia editore), che venerdì 16 alle 17.30 presenterà alla Biblioteca degli Intronati insieme a Marco Gori (direttore Laboratorio IA Università di Siena) e Alessandro Mauro Rossi (direttore de L’Espresso).

"L’idea nasce – racconta il giornalista – dalla curiosità indotta da Chat Gpt, questa intelligenza artificiale generativa, che è stata una sorta di testimonial. Rispetto alle potenzialità dell’intelligenza artificiale, questa è una sorta di giochino, ma ha reso popolare una cosa che prima era per addetti ai lavori. Ho iniziato a chiedermi delle cose, soprattutto in relazione al mio mestiere di giornalista. Ho fatto delle prove e ho visto che non è da Premio Pulitzer, ma un lavoro pulito di desk può farlo".

Seguendo l’argomento, Magrini propone nel libro una serie di eventi che hanno in un certo senso fatto da spartiacque, aprendo cioè una fase di discussione caratterizzata da posizioni articolate, in cui la scelta classica tra ‘apocalittici e integrati’ sembra ormai consegnata alla storia. "Io non sono un apocalittico – afferma Magrini – e secondo me l’intelligenza artificiale è una grande occasione di riscatto sugli algoritmi. Ma sappiamo che a gestire ogni processo sono sempre le stesse web company, che ormai sono diventate più potenti degli Stati. Dovremmo cercare di capirne di più, parlandone. E questo è un po’ lo scopo del libro".

I temi che si intrecciano sono diversi, compreso quello aperto dal New York Times sul diritto d’autore. "Riporto l’atto di citazione – spiega Magrini – in cui il NYT dimostra che Chat Gpt usa per le sue risposte articoli in violazione del copyright. È un principio di difesa delle opere e quindi della creatività umana di fronte a un’idea opposta di intelligenza collettiva che attinge a tutto per produrre sapere alla portata di chiunque". Questioni più che mai aperte, ma per la conclusione del libro Magrini ha deciso di affidarsi alle parole di papa Francesco. "Dice che dobbiamo recuperare il senso del limite – spiega il giornalista – per non cadere nella spirale di una dittatura tecnologica. Se ci riusciamo, è una grande opportunità. Pensiamo per esempio alle applicazioni che sono possibili in campo medico per le cure".

Riccardo Bruni