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La sfida di Padre Ibrahim Faltas: "Due Stati per due popoli"

Molto partecipato l’incontro con il francescano egiziano eletto Vicario della Custodia di Terra Santa "Tutti soffrono, israeliani e palestinesi; musulmani, cristiani, ebrei. La gente muore di fame e di sete".

Padre Ibrahim Faltas francescano egiziano eletto Vicario della Custodia di Terra Santa

Padre Ibrahim Faltas francescano egiziano eletto Vicario della Custodia di Terra Santa

L’espressione serena, aperta, di Padre Ibrahim Faltas, specchio, secondo chi lo conosce bene, di una grande forza interiore, di una fede bella e sicura, si indurisce quando gli viene posta l’immancabile domanda su chi può fermare la drammatica guerra in atto tra Israele e Palestina e con quali mezzi. "La comunità internazionale non può solo invocare la pace, ora deve lavorare" risponde il Vicario della Custodia di Terra Santa. "In settanta anni il mondo non ha fatto nulla, ora è il momento di risolvere il problema e tutti sanno qual è la soluzione: due Stati per due popoli". L’incontro con il francescano, propiziato da Don Antonio Canestri, Parroco di Chiusi, per la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, di cui è Vicario generale, e organizzato dalla Lubit, l’associazione culturale della Curia, con il patrocinio del Comune, ha riempito il Teatro Mascagni di un pubblico attento che, dopo la relazione dell’ospite, ha posto numerose domande. Padre Ibrahim ha descritto una situazione molto critica, non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania, nel nord di Israele, nel sud del Libano.

"Tra morti e feriti siamo arrivati a 150.000 persone – ha raccontato – ma, secondo alcune fonti, le vittime sarebbero già 200.000, visto che non si sa quanti sono rimasti sotto le macerie o sono rimasti lungo le strade, senza ricevere una degna sepoltura. Gli orfani sono 20.000 (secondo alcuni, in realtà, la cifra andrebbe raddoppiata) e si tratta di bambini che non hanno perso solo i genitori ma anche i parenti; e 20.000 sono i piccoli malati, per i quali non ci sono medicine e che avrebbero bisogno di essere curati: non siamo riusciti a farli uscire da Gaza. La gente muore di sete, di fame, di caldo, di freddo. Tutti soffrono, israeliani e palestinesi; musulmani, cristiani, ebrei".

L’analisi del religioso, le cui eccezionali capacità di intervento e di dialogo furono di supporto alla soluzione dell’assedio armato della Basilica della Natività di Betlemme del 2002 (durante la quale si teneva in contatto con Don Antonio, che da Chiusi fece partire un container di aiuti), è basata sui fatti, al di là delle posizioni. Così si è presentato anche agli oltre duecento studenti dei Licei Poliziani con i quali, a Montepulciano, ha tenuto ieri mattina un incontro.

Diego Mancuso