Si intitola ‘La mia vita con Giampaolo Pansa’ il libro che la moglie del giornalista scomparso nel gennaio del 2020, ha scritto per Rizzoli e che ha presentato sabato a San Casciano dei Bagni, all’interno della rassegna ‘La Terrazza Incontri’. Insieme a lei il direttore dell’Espresso Marco Damilano, uno dei giornalisti più vicini a Giampaolo Pansa e anche uno dei pochi ad essere presente al suo funerale.
Pansa e la moglie scelsero di vivere a San Casciano dei Bagni per una casualità. "Noi frequentavamo le terme di Saturnia – ha raccontato Adele Grisendi - un nostro amico di Siena ci parlò della ristrutturazione di Fonteverde e quando siamo arrivati qui, questo posto ci ha conquistato". Nel libro, il piccolo comune senese viene descritto come "un luogo immerso nel verde smagliante dei boschi di quercia. Era il nostro punto di arrivo. In quegli anni Giampaolo era oggetto di molte contestazioni e San Casciano per noi era un rifugio. Facevamo divieto a chiunque di nominare San Casciano perchè ci sentivamo protetti dal luogo e dalla gente che ci abitava".
Damilano, con umana compassione e una grande sapienza giornalistica ha accompagnato la moglie di Pansa in una serie di racconti storici intrecciati a ricordi personali. "In questo libro c’è una storia collettiva che fa da sfondo ad una storia umana" ha detto il direttore de L’Espresso. E quest’ultima inizia il 23 novembre del 1989, il mese della caduta del muro di Berlino, l’anno in cui Occhetto annuncia che il PCI cambierà nome. Il mondo sta cambiando e Adele Grisendi incontra per la prima volta Giampolo Pansa in un treno verso Reggio Emilia. "Io ero una dirigente della CGIL. Seguivo per interesse civile oltre che politico le vicende di quei giorni. Quel venerdi c’era stato il comitato centrale del PCI ma non sapevo come fosse andato. Così mi avvicinai a Pansa e gli dissi ‘ Dottor Pansa, lei non mi conosce, sono una comunista sofferente. Lei sa com’è andata la riunione a Botteghe Oscure? Lui mi disse che aveva litigato con il direttore, non aveva seguito la vicenda e invece stava andando a Firenze. Mi obbligò a sedermi di fronte a lui. La nostra storia è inziata su quel treno".
Una storia d’amore durata oltre trenta anni. La passione civile è stato il collante di una vita. "Le presentazioni dei libri di Giampaolo ci hanno permesso di conoscere l’Italia – ha continuato la Grisendi – grazie a lui ho iniziato a scrivere. Abbiamo affrontato insieme anche I momenti più duri,ad esempio quando con ‘Il sangue dei vinti’, libro che ha venduto oltre un milione e duecentomila copie, Giampaolo si è visto allontanare da gran parte della sinistra italiana e essere al centro di proteste".