REDAZIONE SIENA

La magia di Siena: alchimia e nostalgia nella foto di Augusto Mattioli

Scopri la bellezza alchemica di Siena attraverso l'obiettivo di Augusto Mattioli, un viaggio tra nostalgia e incanto.

Il mercato in Piazza del Campo nel 1977 nella foto di Augusto Mattioli

Il mercato in Piazza del Campo nel 1977 nella foto di Augusto Mattioli

Quanti effetti produce il tempo: a tratti la sua circolarità quasi ci stupisce e ci incanta. Di quale anno è questa foto di Augusto Mattioli? E’ vero, ci sono sullo sfondo elementi che ce lo indicano, ci suggeriscono qualcosa, ma se abbiamo solo gli occhi aperti sulla nostalgia potrebbe essere di tanti anni fa come di ieri. Ve lo dico io: è del 1977. Anni in cui un mondo finiva e ne iniziava un altro. Ma questo non cambia il senso di uno stordimento, di un respiro trattenuto, di una emozione che ci attraversa.

Da "figlia della strada", Siena è una città mercantile, guardate come oggi il mercato nel Campo sia nel luogo ideale: metafora del fatto che qui viviamo sotto il segno di Hermes, dio della porta, della soglia della città, ma anche dei crocevia, degli incontri. Città alchemica: l’alchimia è il processo di collegamento tra lo spirituale e il materiale. Il ponte tra i mondi. E il supremo alchimista è l’amore, perché mette in contatto due corpi e due anime. E ferma il tempo. A tratti questa città si incanta e riesce a farlo. Sempre a nostre spese.

I senesi e il loro scenario: si traduce in un capirsi senza parlare, in secoli di alchimia dentro la scintilla di un’intesa. Una vera fusione: di anime, di sguardi, di odori, di pelle. Si racconta dall’alba dei tempi che i segreti dell’alchimia trasformano i mortali da uno stato di sofferenza e ignoranza a uno di illuminazione e beatitudine. Ecco il senso di una civiltà come la nostra. Mattioli punta l’obiettivo verso un rituale che oggi diventa nostalgia. Questa foto traduce e ci indica il significato di bellezza, stupendamente quotidiana. La bellezza è proprio un’alchimia che trasforma tanti particolari – a volte anche imperfetti – in qualcosa di perfetto.

E il compito del cronista, dello scrittore è adoperare in positivo i ricordi: facilitati dal fatto che quando c’è in ballo il passato, tutti diventiamo romanzieri. Qualcuno ci bussa alle spalle e ci ricorda che la nostalgia non è un sentimento estetico, e non è neanche legata al ricordo di una felicità, si ha nostalgia di un luogo per il semplice fatto di averci vissuto, poco importa se bene o male, il passato è sempre bello, e in effetti anche il futuro. A far male è solo il presente, che portiamo con noi come un ascesso di sofferenza che ci accompagna tra due infiniti di quieta felicità. Noi dobbiamo essere così bravi da restare in equilibrio fra verità e cronaca. I veri alchimisti della scrittura non cambiano il piombo in oro; trasformano il mondo in parole.