"Piena condivisione sul distretto delle pelletterie". E’ il senso della lettera che il sindaco di Abbadia San Salvatore, Niccolò Volpini, ha inviato ai sindacati che, nei giorni scorsi, hanno sollecitato le amministrazione comunali ad aprire un tavolo sul comparto. "Scrivo la presente – si legge nella lettera inviata a Cgil e Cisl – in risposa alla vostra proposta. Il settore moda sta attraversando, a livello mondiale, una pesante crisi. E questo non può lasciare indifferenti. Il pensiero di sviluppo occidentale mostra – sottolinea Volpini – le sue criticità quando all’esterno ci sono cause che minano la stabilità e l’equilibrio che la pace riesce sempre a trasmettere. L’amministrazione comunale di Abbadia San Salvatore, e il territorio vicino, ha da sempre mostrato grande vicinanza al mondo della moda – continua –, realtà che ha dato tanto al territorio anche grazie a condizioni lavorative profondamente migliorate nel tempo".
Il sindaco ricorda poi l’importante scelta fatta dall’Itis ’Avogadro’ che ha aperto, con ottimo riscontro di iscrizioni, un corso rivolto proprio al mondo della moda, mentre sul distretto ritiene "indispensabile raccogliere la proposta, estendendola a tutte le organizzazioni sindacali e tutti i Comuni interessati": "Ricordo che se è vero che le aree maggiormente interessate al mondo della pelletteria, della moda, sono quelle di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio – afferma Volpini – sono sicuro che il tema investe e interessa, diversi altri Comuni del territorio". Solo ad Abbadia San Salvatore si conta una quindicina di aziende con mille occupati. "Anche nel nostro comune – dice il sindaco – questa attività è diventata la più importante fonte occupazionale. I venti di crisi ci preoccupano, ci preoccupano molto. Il ripetersi di ricorso alla cassa integrazione (c’è già stato un lungo periodo che ha interessato la ’The Cut’ di Abbadia San Salvatore) fa riflettere. Nel corso degli anni in cui il mercato tirava, e il lavoro abbondava, non si è pensato a creare sviluppo collaterale. Un esempio su tutti: nella nostra zona – evidenzia ancora il sindaco – si creano oggetti in pelle delle più note firme internazionali. Ma nessuna attività legata alla commercializzazione di questi capi".
Il timore di una crisi occupazionale, con la cassa integrazione chiesta per i dipendenti della ’Garpe’ di Piancastagnaio, è acuito. Anche se al momento l’ammortizzatore sociale non è ancora stato attivato.