Il ritorno in classe diventa un incubo Presidi e sindacati chiedono tempo

"Non sappiamo quanti studenti sono positivi o in quarantena. Troppe incognite anche sugli autobus"

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"Ancora una volta è tutto sulle nostre spalle. Le vacanze di Natale? Per noi non esiste sosta da quando è iniziata la pandemia". I dirigenti scolastici si sentono ancora una volta abbandonati dalle istituzioni, sommersi da nuove regole da seguire e soprattutto sommersi da elenchi di alunni da tracciare. Sembra di essere in una succursale dell’Asl, i telefoni squillano continuamente e la prima parola che si sente nominare è "quarantena". Ci si aspetta che dalla porta esca qualcuno per fare visite, invece si vedono banchi, cattedre, professori.

"Dopo due anni si vive ancora alla giornata – afferma Marco Mosconi, dirigente scolastico dei Licei Poliziani –, ci stanno chiamando tantissimi genitori che hanno figli che non possono prendere gli autobus perché sono senza la seconda dose, altri che hanno figli in quarantena. Quarantena che è fuori controllo perché molti non sono stati ancora tracciati, quindi non abbiamo un’idea precisa di quanti rientreranno realmente a scuola. Io accetterò le richieste di didattica a distanza che mi arriveranno, non ho altra scelta. Avrei preferito uno screening di massa degli studenti, ma capisco che è un sogno ad occhi aperti".

"Non abbiamo idea di quanti siano gli alunni contagiati nelle nostre scuole - conferma Floriana Buonocore, dirigente dell’Istituto Comprensivo Federigo Tozzi -. Ma abbiamo comunque già un numero alto di casi registrati in molte classi della primaria e anche nelle prime della scuola secondaria. Noi apriamo il 10 gennaio, ma non sarà sufficiente per avere tranquillità, siamo in una situazione fuori controllo". Sono passati quasi due anni dall’inizio della pandemia, quella che manca per i dirigenti scolastici è la tanto agognata "chiarezza". Non è cambiato niente.

"La situazione è critica – afferma Anna Cassanelli, segretaria generale Flc Cgil -, non sono state prese misure adeguate; basti pensare alle misure di allentamento delle quarantene che hanno generato un aumento di casi e questo ha comportato un appesantimento del lavoro dei dirigenti scolastici che si occupano più di tracciamenti che di scuola. Scuola che ha bisogno di distanziamento, di decongestionare i mezzi di trasporto, e di organico per poter dividere le classi. Queste misure necessitavano di investimenti che non sono stati mai fatti. Adesso un paio di settimane utili per far passare questa ondata di contagi potrebbe essere una soluzione per arrecare meno danni".

"Prorogare la riapertura sarebbe una decisione di buon senso – afferma anche Nadia Riguccini, dirigente scolastico dell’Istituto tecnico Agrario –. Mi aspetto dei giorni difficili da gestire, la prudenza ci aiuterebbe molto nel nostro lavoro". "Noi riapriamo il 10, ma i problemi non mancheranno - sottolinea il dirigente scolastico del Bandini, Alfredo Stefanelli -. Insieme ad altri dirigenti stiamo pensando di richiedere un incontro con la Provincia e con l’Asl per capire come comportarci, adesso è veramente necessario un confronto per avere chiarezza. Ritardare l’inizio delle lezioni ci avrebbe probabilmente agevolato".

Simona Sassetti